giovedì 26 ottobre 2017

La prima intervista a Tiziano Sclavi

Rileggendo alcuni vecchi numeri di Fumo di China del periodo Alessandro ho riletto un commento stizzito sul fatto che Sclavi, all’epoca notoriamente avverso alle interviste, ne avesse concessa una a Comic Art invece che alla prozine.
L’intervista è quella che segue, ospitata sul numero 18 della rivista (del gennaio 1986), che quindi si candida a essere la vera prima intervista a Sclavi, essendo questa più che altro una presentazione dell’autore.
Sempre che a rispondere alle domande fosse stato veramente Sclavi, dubbio che ironicamente avanzava anche Fumo di China.

2 commenti:

  1. Non sembra il suo stile, me ne rendo conto, ma era una delle mie prime corvees in via Buonarroti e ho cercato di non perdere la bussola. Senza falsa modestia, credo di essere riuscito ad incuriosire i potenziali lettori. Oggi farei un lavoro diverso, ma sono passati oltre trent'anni ed il mondo è cambiato e Tiz ha detto in altre interviste - di cui non sono ghost writer - che oggi è + interessato alla commedia alla Billy Wilder. Nel 1986 gli sarebbe piaciuto davvero essere fisicamente Woody Allen - lo ha anche detto in una altra intervista di cui non mi sono occupato - quando probabilmente i suoi lettori sognavano di essere Rupert Everett o Christophe Lambert o Scialpi o Raf. Detto tra noi, in redaz temevamo che lo spleen dello Sclavi del tempo - immagino ricorderai le sue storie di Mister No con il Fantasma dell'Opera ed il cast di Ombre Rosse - allontanasse il pubblico potenziale di spettatori di Another Country e Hghlander che usciva dalla sala canticchiando Self Control o Rock and Rolling.
    Io poi ero tanto musone da esserci rimasto malissimo quando il musino sofferente di Everett aveva sostituito il muso macho di Antonio Gades. Pazienza...

    RispondiElimina