giovedì 19 ottobre 2017

Historica Special - Bataclan: Terrore a Parigi

Questa uscita fuori serie di Historica sembra ribaltare l’abitudine invalsa da parecchio sul mercato italiano: non si tratta della proposta in formato ridotto di un fumetto franco-belga ma, all’opposto, parrebbe che ne abbiano ingrandito le dimensioni per dargli uniformità con gli altri volumi della collana-madre. Ciò spiegherebbe perché le tavole sembrano scansionate direttamente da un volume, con tanto di bordi delle pagine originali che emergono ogni tanto e una risoluzione non ottimale, anche se solo a pagina 87 assistiamo a un vero disastro. Che poi, per il tipo di disegno adottato da Brahy, non è poi questa tragedia.
Bataclan ricostruisce meticolosamente la preparazione degli attentati del 13 novembre 2015 per circa mezzo volume, per poi concentrarsi com’è logico sugli attentati stessi. La sceneggiatrice Anne Giudicelli ha senza dubbio una cultura enciclopedica sull’Islam e una visione corretta dei giochi di potere tra nazioni, ma la sua esperienza di scrittura di fumetti è modesta e si nota pesantemente: nell’ansia di presentare tutti i dettagli finisce per inanellare sequenze molto frammentarie e a volte poco chiare ai profani. Inoltre i personaggi coinvolti sono veramente tantissimi (e ognuno di loro usa almeno due pseudonimi!), né aiuta più di tanto il disegno di Brahy per distinguerli uno dall’altro e capire le loro intenzioni. Le ossessive note a piè di pagine, che a volte sviluppano dettagli tutto sommato poco incisivi, affaticano ancora di più il lettore.
A chi telefona il signore a pagina 36? Che rapporto hanno (se lo hanno) le ragazze delle pagine 67-68 con i terroristi? Perché l’attentatore è così infuriato con la ragazza a pagina 73? Forse perché è musulmana anche lei? Mah.
Quando la storia dovrebbe decollare, ovvero con le prime avvisaglie degli attentati e poi con la concitazione che ne consegue, il ritmo non cambia e la vicenda procede al rallentatore fino a una conclusione che potrebbe sembrare nebulosa a un lettore che non abbia letto con attenzione alcune parti specifiche del fumetto.
L’aspetto grafico non mi ha affatto entusiasmato, anche tenendo conto della giustificazione che probabilmente il fumetto è nato per un altro formato (dalla diagonale direi quasi il 17x26 dei comic book). Luc Brahy più che altro fa degli schizzi veloci che abbellisce e completa con una rapida mezzatinta, ma non riesce a caratterizzare tutti i personaggi più importanti con quei pochi tratti. Sarà senz’altro bravo a disegnare le automobili, ma gli sfondi sono pressoché inesistenti e alcuni dettagli, in particolar modo le mani, sembrano approssimativi pur se evidentemente basati su documentazione fotografica.
Più che altrove, nel caso di Bataclan sarebbe stato utile (quasi doveroso, direi) un apparato redazionale che chiarisse e sviluppasse alcuni dei punti toccati dalla Giudicelli. Altrimenti sembrerebbe quasi che in alcuni punti la sceneggiatrice giustifichi le azioni dei terroristi con la politica estera di Hollande, o che voglia puntare di più l’attenzione sull’inadeguatezza di alcune infrastrutture e istituzioni francesi.

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