giovedì 20 novembre 2014

Adam Wild 1: Gli Schiavi di Zanzibar



Si avvia alla conclusione la ricognizione del bottino di Lucca 2014. È un po’ ridicolo parlare con tanto ritardo di un fumetto uscito ormai da un bel po’, che già recensioni più puntuali e approfondite ha avuto; quindi manco lo faccio, tanto tutti ormai sapranno di cosa parla e quali riscontri abbia avuto Adam Wild.
Solo due appunti. Il primo: visto che c’ero ho preso una copia con la variant cover anche per me oltre a quelle da regalare in giro, cosa che mi ha permesso di scambiare due parole con Enrique Breccia che si è ricordato (il simpaticone) dell’intervista che gli avevo mandato un paio di anni fa e mi ha promesso di rispondermi il prima possibile. Attendo fiducioso.

Secondo appunto: alla fine questo Adam Wild non mi è sembrato affatto male. L’insistito e ostentato ritorno a un’avventura di stampo classico non ha significato il ricorso a scenari banali e a situazioni già viste. Come da migliore tradizione manfrediana l’ambientazione è documentatissima, inoltre (forse proprio grazie alla documentazione che ha portato alla scoperta di situazioni strane ma reali) c’è stato un ampio margine di originalità, se non altro per la strana “base” che ha il protagonista ovvero l’emporio su uno scoglio raggiungibile in barca. Molto simpatica la scena in cui Adam e Makibu se la ridono all’osservazione di Narciso Molfetta che la polizia (corrotta, ma Narciso non lo sa) deve essere informata del traffico di schiavi.
Anche Nespolino, per me una vera rivelazione su Volto Nascosto, non mi ha deluso nonostante le anticipazioni del suo Adam Wild viste in rete fossero assai più scarne e semplificate dei precedenti lavori. Dei tratteggi e dei dettagli curatissimi restano poche tracce (questo processo di semplificazione era già in corso da Shanghai Devil, comunque) ma i suoi disegni sono efficaci in ogni caso. Nettamente meno belli ma sempre validi.
Anche se non ho ancora preso il secondo numero non escludo una prossima frequentazione con Adam Wild.

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