lunedì 26 maggio 2014

Cosmo Color 9 - Australia DownUnder 1: L'Uomo del Fiume Kenzie



Ignoro se la definizione «Outback western» sia realmente in uso o sia stata coniata dai Cosmonauti per questo volume, ma ci sta tutta. Australia è a tutti gli effetti un western australiano, anche se parte un po’ dickensiano.
Solo un'immagine: ero di corvè ai seggi
L’orfanello Lonàn parte alla volta dell’altro capo del mondo, dove scappa al destino di figlio-schiavo di un possidente grazie all’aiuto di una damigella incontrata sulla nave: fortuitamente entra quindi nelle grazie di Ian McFarlane il quale, e qui arriva il western, deve rientrare in possesso possibilmente in maniera violenta e spettacolare della tenuta di famiglia usurpata con l’inganno da avidi proprietari terrieri (oltre ad accompagnarsi a un aborigeno manco fosse il Tonto di Lone Ranger). Di carne al fuoco ce n’è tanta e di buona qualità, troppa per poterla sviluppare compiutamente in un volume dalle canoniche 46 tavole: così l’iniziazione ai riti aborigeni di Lonàn viene solo accennata, e di Abigail si perdono le tracce pur intuendo che avrà un ruolo importante nei prossimi episodi. Com’è la norma per molte serie franco-belghe questo L’Uomo del Fiume Kenzie è solo l’antefatto di una saga più lunga, tanto più che termina con un cliffhangerone di grande impatto. Per fortuna il secondo episodio potremo leggerlo già a luglio – o così ha annunciato la Cosmo.
Fabio Pezzi: ai tempi gloriosi in cui lavoravo in Sasa Assicurazioni un collega appassionato di fumetti me ne aveva magnificato le qualità. Aveva ragione, Pezzi è veramente bravissimo e non mi stupisce che abbia trovato un suo spazio nel mercato franco-belga. Molto rigoroso nella sua resa realistica (ulteriore pregio di DownUnder: è documentatissimo) ma al contempo espressivo, è una vera gioia per gli occhi. Ho trovato che sia particolarmente bravo nel rendere le mani dei personaggi e gli animali, entrambi “bestie nere” per più di un disegnatore.
Purtroppo Pezzi viene penalizzato da una qualità di stampa non ottimale. Non orrenda (beh, non sempre, almeno) ma comunque non ottimale: il problema deve risiedere nell’utilizzo delle tecnologie informatiche di acquisizione e di stampa delle immagini: ci sono cioè i tratteggi tremolanti e smangiucchiati (oltre che evanescenti) comuni a tantissime altre pubblicazioni odierne e i colori non uniformi sembrano quasi retinati come nei vecchi newsprint di Marvel e DC. Inoltre mi è venuto l’atroce sospetto che la Cosmo abbia seguito la lezione dell’Eura/Aurea e abbia rifatto alcuni balloon per farci stare meglio il testo... ad avvalorare questa ipotesi il fatto che alcune disdascalie hanno gli angoli perfettamente dritti mentre altre sono appunto stampate male...

2 commenti:

  1. Non c'è un modo per vedere se effettivamente i baloons sono stati rimaneggiati?

    Moz-

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    1. confrontarli con quelli della versione originale (che non ho).

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