mercoledì 2 gennaio 2013

I Classici della Letteratura Disney



Alle altre proposte a fumetti allegate a giornali e riviste si è aggiunta anche questa con i personaggi Disney, e visto il periodo hanno cominciato con una parodia a tema natalizio. A 1 euro figuriamoci se ho resistito.
La collana sembra monumentale, il piano dell’opera prevede al momento 40 titoli tutti abbondantemente farciti. E al di là di questo la parte redazionale è veramente ricchissima, forse addirittura troppo. In questo primo numero trova spazio, forse una tantum, un’introduzione esauriente e approfondita sulle multiformi parodie Disney mentre le due storie portanti vengono introdotte da lunghe ed esaurienti analisi delle opere di riferimento (formato che immagino verrà riproposto anche nei prossimi volumi), in cui una grafica ben congegnata fa convivere armoniosamente il corpo del testo principale con i vari eserghi che lo costellano. Forse solo io ho questo problema, ma a volte quando da un testo lungo vengono espunte delle citazioni o il testo viene accompagnato da didascalie è facile per me perdere il segno e la lettura può diventare un po’ complicata.
In questo caso non succede: le varie citazioni dai testi originali e i paralleli disneyani sono collocati sapientemente nel layout di pagina senza spezzare la lettura. Purtroppo l’eccessivo piglio documentaristico delle introduzioni porta inevitabilmente a delle antipatiche anticipazioni su quello che accadrà nelle versioni a fumetti, rovinando alcune sorprese e quindi un po' anche la lettura.
In appendice, le bio-bibliografie degli autori letterari omaggiati e quella degli autori, in questo primo numero solo Barks.
Le storie di questo primo numero:

Canto di Natale di Guido Martina e José Colomer Fonts: la storia è quella risaputissima di Dickens già adattata in una miriade di altre versioni, quindi non ci sono sorprese. Il disegno di Fonts, pur dignitoso, non mi sembra eccezionale. Questa lunghissima storia si segnala comunque per la grande fedeltà al testo e la conseguente profusione di dettagli che Martina ci ha messo. Qualità di stampa abbastanza dignitosa.

Paperino e il canto di Natale di Carl Barks: lapidatemi pure, ma non credo che Barks sia diventato il mito che è grazie a questi disegni approssimativi (che secondo me denunciano occasionalmente l’ispirazione ad altre fonti). E ci si mette pure una qualità di stampa penalizzante. Ciò detto, la storia è fenomenale: una raffica di gag slapstick cattivissime che hanno per protagonista (e vittima) un terribile Paperino rompicoglioni che tormenta il suo prossimo e in particolar modo il vicino Jones («Sono decisissimo a imporre al mondo la buona disposizione d’animo!»).

Paperino e la fiaba natalizia di Carl Barks: altra stupenda interpretazione di Paperino e altro stile di disegno che mi lascia perplesso. Ma qui almeno la stampa è misteriosamente impeccabile. A differenza della storia precedente qui non mancano i buoni sentimenti e una “morale” ma le gag sono comunque divertentissime e le situazioni molto variegate.

Il ritratto di Zio Paperone di Caterina Mognato e Valerio Held: storia lunga (e sicuramente divisa in due parti in origine, ma non viene specificato) ispirata al Ritratto di Dorian Gray di Oscar Wilde. Purtroppo l’introduzione che segue passo dopo passo l’evoluzione della trama originale e la confronta con la versione della Mognato mi ha rovinato parecchio la lettura, ma la storia si fa leggere comunque con molto gusto. La struttura della storia è un po’ spiazzante visto che raggiunge il suo culmine proprio a metà quando invece secondo me avrebbe creato più suspence una rivelazione a scoppio ritardato dei presunti poteri del quadro. Poco male, comunque, visto che così vengono a costituirsi due parti speculari in cui all’escalation di cattiveria di Paperone corrisponde la sua spasmodica ricerca per ovviare a tutti i torti che ha perpetrato. Assolutamente geniale (e per fortuna non anticipata dall’introduzione!) la trovata finale sul perchè il quadro assumesse fattezze sempre più inquietanti, tanto più che è stata intelligentemente architettata a partire da un mcguffin iniziale cui il lettore non avrà prestato la dovuta attenzione (e che invece come nel caso dei migliori mcguffin sarà fondamentale per la trama).
Secondo me quest’ultima è la storia migliore, molte delle battute e delle situazioni sono divertentissime. Il Paperone palazzinaro che finanzia “Paperopoli 33” poteva ben figurare anche su Il Male... Se non pecco d’ipercodifica mi pare inoltre che la Mognato sia molto consapevole di certi meccanismi che animano il mondo dell’arte contemporanea e di alcuni figuri che ne traggono beneficio.
Invece i disegni di Held non mi hanno entusiasmato, e purtroppo sono stati pure riprodotti malamente e “impreziositi” da una colorazione squillante e confusionaria.

Se ho fatto bene i conti col depliant allegato, le prossime uscite si assesteranno su circa 7€ l’una. Un po’ troppo in questi tempi di crisi per un’adesione costante a scatola chiusa, anche se l’apparato redazionale è più che meritevole. Magari vedrò di selezionare le proposte a mano a mano che escono. No, dico, nel quarto volume ci sarà pure un Pippo Frankenstein!!!

Nessun commento:

Posta un commento