domenica 16 dicembre 2012

Capitan Cormorant e altre storie



Pur con un certo ritardo dovuto a un banale disguido[1], anch’io ho potuto mettere le mani su Capitan Cormorant e altre storie, l’ultimo recupero d’annata targato Rizzoli Lizard delle storie rare e introvabili di Hugo Pratt.
In effetti Capitan Cormorant già lo possiedo nella versione di Ivaldi, pubblicata su Sgt. Kirk 4, ma anche così il volume non manca di motivi di interesse. Questa versione a colori è decisamente ben realizzata e ricorda come atmosfere e stile le ristampe ospitate dalla gloriosa rivista Corto Maltese, con i loro toni di colore così suggestivamente sfumati. Purtroppo la resa di stampa (fatta sicuramente a partire da fonti non ottimali e non dalle tavole originali) ha impastato alcuni tratti ed eliminato altri, confondendo il tutto e rendendo difficile la vita al colorista che non sempre è riuscito a decifrare quello che andava a colorare. Quindi ogni tanto un dito viene frainteso per la parte di un’uniforme, una scogliera ha una forma differente rispetto a quella che si intuisce aveva in origine, certi baffoni non vengono interpretati come tali e ancora qualche pipetta dei balloon si confonde con lo sfondo e quindi viene colorata pure quella lasciando la nuvoletta a “galleggiare”. E lo stile macchiaiolo di Pratt non aiuta, ovviamente.
Ho notato con sorpresa che oltre alle inevitabili variazioni dovute al nuovo montaggio orizzontale sono state apportate anche altre modifiche, talvolta anche drastiche, ai testi. Il destino di questo fumetto, come quello di molti altri fumetti di Pratt, è paradossale: concepito in Argentina per il formato orizzontale di Misterix, viene adattato per il formato verticale di Sgt. Kirk (e non ci vuole un occhio troppo clinico per notare i vari aggiustamenti dell’epoca come ad esempio le aggiunte superiori per snellire le vignette), per poi tornare a un formato orizzontale che in tutti questi passaggi è inevitabilmente molto diverso da quello di partenza.
Purtroppo il lettering fatto con il computer toglie un po’ della magia di queste storie, e forse anche alcuni balloon di smaccata regolarità geometrica sono frutto del calcolatore elettronico, ma le visibili pecette con cui sono stati incollati alle tavole restituiscono quel gusto artigianale che devono avere tutte le ristampe delle opere del Maestro di Malamocco.
Confesso di aver rivalutato molto la storia, che avevo preso un po’ sottogamba durante la prima lettura su Sgt. Kirk (a mia discolpa, più o meno negli stessi numeri venivano ospitati fumetti che mi entusiasmavano di più, come il Moby Dick di Battaglia o alcuni tesori argentini, oltre ovviamente alla prima versione in assoluto della Ballata del Mare Salato). I protagonisti sono tutti spigliati e splendidamente caratterizzati, Pratt si muove in un contesto molto classico riuscendo però a tirarne fuori qualcosa di originale pur senza ricorrere a soluzioni troppo rivoluzionarie. I dialoghi sono freschissimi e quando vogliono divertire ci riescono anche a distanza di cinquant’anni. Inoltre il ritmo della storia è indiavolato, rispondendo probabilmente alla necessità di creare una storia indipendente per ogni episodio che compariva su Misterix (se ho ben capito, organizzati su Sgt. Kirk in blocchi di circa 5 tavole l’uno), e una volta riuniti insieme risultano un susseguirsi parossistico di azione, colpi di scena e sequenze a effetto.
Nella prefazione Antonio Carboni contesta coraggiosamente il parere diffuso secondo cui Capitan Cormorant abbia rappresentato un po’ il banco di prova per il futuro Corto Maltese; le sue osservazioni sono puntuali e circostanziate (oltre che suffragate da esempi concreti) però a mio avviso è incontestabile il fatto che entrambi sono variazioni di un medesimo tema e che i due protagonisti, anche solo per questo, si somiglino molto e non abbiano poi troppe differenze caratteriali. Tutt’al più, possiamo considerare Capitan Cormorant come trait d’union tra El Sargento Kirk e Corto Maltese, visto che del primo porta ancora alcuni segni distintivi come la necessità di agire in maniera disinteressata, la contrapposizione a villain monoliticamente cattivi e un cast di comprimari molto variegati e ben caratterizzati: il nobile inglese che sa anche dare bastonate, il fedele amico “selvaggio”, la sorella marinaia.
A integrazione di Capitan Cormorant ci sono altri due fumetti: Billy James è una valida storia ambientata nella turbolenta metà del XVIII secolo americano che Pratt amava tanto, scritta da un Mino Milani che non si risparmia quasi nessun luogo comune ma che riesce anche elegantemente a ribaltarli, oltre a inanellare colpi di scena e a congegnare soluzioni originali per far procedere la trama. Il ben più breve L’Assalto al Forte (solo 16 “mezze tavole”, quindi probabilmente dalle 6 alle 8 tavole sul Corriere dei Piccoli) è scritto invece da Alberto Ongaro e presenta un protagonista piuttosto originale, che si muove sempre nella solita epoca e nel contesto di Billy James, in una vicenda molto articolata nonostante la dimensione ridotta.
Capitan Cormorant e altre storie è un volume irrinunciabile per il collezionista prattiano? Forse non lo è per quello più fortunato che di Pratt possiede già ogni cosa (a meno che non voglia godersi una versione colorata) ma sicuramente lo è per tutti quegli appassionati che non hanno potuto gustarsi queste storie all’epoca della loro prima uscita o delle rarissime ristampe, e immagino che non siano pochi. Purtroppo le indicazioni che si trovano su internet in merito alle pubblicazioni di Capitan Cormorant in Italia sono palesemente tutte estrapolate dal libro-intervista di Dominique Petitfaux, quindi se esistono ulteriori ristampe successive al 1992 lo ignoro (così su due piedi non me ne vengono in mente).
Bisogna aggiungere che il volume, oltre ad essere a mio avviso il più lussuoso di quelli usciti al momento, presenta una ghiottissima sezione con delle prove di recadrage per il secondo episodio completato poi da Stelio Fenzo. Non possedendo il rarissimo Sgt.Kirk 10 su cui comparve non posso fare confronti con quanto progettato e quanto poi effettivamente pubblicato, si tratta comunque della parte stampata meglio di tutto il volume. In totale sono 19 mezze tavole ottenute dallo smembramento e dalla successiva riorganizzazione delle tavole originali, ancora prive del lettering. Su tutte campeggia un enigmatico «© by Saint George Sundicate». Non mi spingo a dire che questi “quasi inediti” valgano da soli l’acquisto, ma poco ci manca.



[1] «Chissà se quel pezzente di Lorenzon riesce a mettere insieme i soldi per comprare il volume di Pratt che mi ha ordinato... nel dubbio lo vendo a un altro e se se ne accorge dò la colpa al mio collega del mattino e gli ordino con calma un’altra copia» potrebbe essere uno scenario attendibile.

2 commenti:

  1. Non c'è niente da fare. Più passano gli anni e più diventa uno scempio, questa cosa dell'adattamento delle tavole di Pratt.

    Meno male che poi le sue storie... :)

    Pensa che io Capitan Cormorant non l'ho mai letto per intero. E il volume mi sta aspettando in fumetteria già da un po'.

    Mi sento di dire comunque che la Rizzoli sta facendo un buon lavoro sui cartonati extra di Pratt. L'Isola del Tesoro e Sandokan erano confezionati a modo e maniera.

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    1. Pare che le vituperate versioni di Corto Maltese dei TascabiLizard fossero in realtà fortemente volute dallo stesso Pratt che voleva anche per il suo eroe una versione da "livres de poche" come in Francia fanno per alcuni fumetti (mi pare ci fosse proprio una collana a cui si ispirò). Però usare le versioni più recenti nelle ristampe successive (vedi quella di Mondadori di qualche tempo fa) secondo me non è correttissimo, nè filologicamente nè a livello estetico.

      Anche alcune scelte "primordiali" secondo me sono discutibili: io ho il volume "Vanghe Dancale" nella versione Milano Libri e quei dannati retini mi infastidiscono anche se so che era stato Pratt a volerceli mettere per recuperare l'atmosfera dei fumetti che leggeva da bambino...

      Il formato orizzontale forse nasce anche dall'esigenza di allungare il brodo e raggiungere una foliazione consistente, ma secondo me i colori di questo Capitan Cormorant sono proprio buoni, "come quelli di una volta", e in fondo per 28€ hai il doppio delle pagine di Sandokan che era pure in bianco e nero.

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