venerdì 14 ottobre 2011

Fumettisti d'invenzione! - 27


Mi permetto di integrare il divertente e interessantissimo volume di Alfredo Castelli con altri “fumettisti d’invenzione” e simili.
In grassetto le categorie in cui ho inserito la singola segnalazione e la pagina di riferimento del testo originale.

CARTOONIST COME PROTAGONISTA – SERIE (pag. 19)

ROY MANN
(Italia 1986, in Comic Art, © Sergio Bonelli Editore, fantascienza)
Tiziano Sclavi (T), Attilio Micheluzzi (D)

A seguito dello scoppio della sua caffettiera lo sceneggiatore di fumetti Roy Mann si trova catapultato in un universo alternativo basato sulle storie che ha scritto. Sclavi coglie l’occasione per citare e parodiare altri fumetti, in primis Flash Gordon ma anche l’amatissimo Tintin.
Roy Mann ha avuto due seguiti: Orizzonti di gloria è una satira antimilitarista e Quante volte tornerai un cupo divertissement metanarrativo in cui viene svelato che la trama è più complessa di quanto letto in precedenza.
Pseudofumettisti: oltre a Roy Mann, sceneggiatore di fumetti e protagonista eponimo della serie (ma con un drastico cambiamento di prospettiva alla fine dell’ultimo albo) viene citato anche lo sceneggiatore Walter Mitty, a sua volta citazione dal film Sogni Proibiti, e compare un altro disegnatore con i baffi che incrocia Roy Mann nei corridoi della casa editrice. Molto ben caratterizzata è la figura del signor Wonder, proprietario e direttore della Wonder Comics, che nel secondo volume si improvvisa soggettista.
Viene inoltre omaggiato Dick Calkins, fumettista realmente esistito a cui viene attribuita almeno una storia di Avventurieri nello Spazio.
Tra le riviste pubblicate dalla Wonder Comics ci sono Storie Incredibili, Avventurieri nello Spazio e Funny Stories: quest’ultima non gode evidentemente di grande considerazione visto che il signor Wonder minaccia Roy Mann di metterlo a scrivere quella serie se non lavorerà più seriamente. Nel “vero” 1936 i comic book non avevano però ancora il successo che avrebbe arriso loro da Action Comics (1938) in poi e dai ricordi di Eisner, Kirby e altri testimoni dell’epoca gli uffici di una compagnia che li produceva in quegli anni non sarebbero stati certo così lussuosi come quelli della Wonder Comics, sita oltretutto nella 15° strada di New York. Probabilmente non è una svista di Sclavi, grande conoscitore di fumetti, ma un indizio in più che ci troviamo in un universo fantastico.

CARTOONIST COME COPROTAGONISTA OCCASIONALE – ONE SHOTS IN PUBBLICAZIONI ANTOLOGICHE (pag. 56)

KADOR
(Francia 1977, © AUDIE/Binet, umorismo)
Christian Binet

Kador è un cane intellettuale e fin troppo umano che fa disperare i suoi padroni. Questi altri non sono che Robert e Raymonde Bidochon, ovvero Les Bidochon che dopo alcuni episodi incentrati sul cane diverranno i  protagonisti della serie omonima di grandissimo successo in Francia (in Italia tradotta come I Bigaroni).
Pseudofumettisti: in uno dei tanti episodi anonimi che compongono la serie di Kador (solo alcuni episodi hanno un titolo) Robert Bidochon si gode la lettura di Poilant Magazine, rivista osé su cui compaiono anche delle vignette salaci di Henri Golo, di cui ci viene mostrato un esempio. Henri Golo è ovviamente un gioco di parole: il nome del vignettista si legge come “hein, rigolo?” (“divertente, eh?”, ma essendo un calembour in francese può voler dire un centinaio di altre cose).
Questo episodio di Kador compare nel secondo dei quattro volumi che raccolgono le sue storie.

Fuori tema: fumettisti non d’invenzione: citazioni, caricature, camei; fumetti biografici; metafumetti e autoreferenzialità; parodie
METAFUMETTI E AUTOREFERENZIALITA’ (pag. 64)

NIPPUR DE LAGASH (NIPPUR DI LAGASH, solo NIPPUR da Lanciostory 47 del 1992)
(Argentina 1967, in D’artagnan, © Wood, storico, avventura)

Il personaggio-feticcio di Robin Wood. Il guerriero sumero Nippur (il cui nome è ispirato a quello di una città della Mesopotamia) ha vissuto varie avventure nella sua trentennale vita editoriale, terminata solo quando gli altri impegni di Robin Wood non gli hanno più permesso di dedicarsi ulteriormente al suo primo e più amato personaggio.

El Gran Terror (1991). Robin Wood (T), Villagrán (D).
Nippur deve vedersela con un tiranno che opprime la popolazione, terrorizzata dalle voci che circolano sul suo conto. Ma il diavolo non è poi così nero come lo si dipinge...
Tutta la vicenda è narrata come una fiaba che Wood racconta al suo figlio più piccolo, e Wood inserisce qualche vago accenno alla sua professione. Per l’occasione torna ai pennelli lo studio dei fratelli Villagrán in sostituzione del disegnatore titolare dell’epoca che era Sergio Mulko (fonti attendibili riportano il solo Ricardo come disegnatore ma a mio avviso è evidente anche l’intervento di Enrique).
Pare che in un altro episodio, La Columna de los Buitres, siano stati ritratti tutti gli autori di Nippur de Lagash nelle vesti di eroi ma anche alcuni disegnatori contrari alla politica di Columba (come Enrique Breccia e Horacio Altuna) nelle vesti dei nemici.

Fuori tema: fumettisti non d’invenzione: citazioni, caricature, camei; fumetti biografici; metafumetti e autoreferenzialità; parodie
CITAZIONI, CARICATURE, CAMEI (pag. 61)

THE SAVAGE SHE-HULK
(Stati Uniti 1979, © Marvel Comics, supereroi)
Stan Lee [Stanley Martin Lieber] (T), John Buscema e Chic Stone (D)

A seguito dell’agguato di un malavitoso l’avvocato Jennifer Walters riceve una trasfusione di sangue dal cugino Bruce Banner: sulla falsariga del celebre fisico, nei momenti di stress si trasformerà in una fortissima gigantessa verde. She-Hulk ha comunque un maggior controllo sulla trasformazione e le sue facoltà mentali non vengono compromesse nella forma mutata.
Dopo i 25 numeri di The Savage She-Hulk il personaggio fece qualche comparsata in altre testate della Marvel finchè venne rilanciata in una propria testata, The Sensational She-Hulk (1989), di stampo decisamente brillante e che si concedeva spesso delle derive metanarrative, con la protagonista pienamente consapevole di vivere in un fumetto. La gestione di John Byrne raggiunge il culmine di questo trend col numero 50, in cui She-Hulk e la sua editor discutono della sorte della testata in previsione dell’arrivo di un nuovo team creativo. Accanto ai soliti riferimenti (talvolta caustici) all’industria dei comic book e ai contributi di molti altri autori compare lo stesso Byrne che viene ucciso dalla protagonista!

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