martedì 1 marzo 2011

le serie di Robin Wood in Italia - (da Fucine Mute 55) GILGAMESH


Nei bei tempi andati in cui ancora si pensava che Robin Wood scrivesse tutti i suoi fumetti (ma qualche indiscrezione già trapelava grazie a nippurweb.com.ar) avevo scritto un lungo pezzo su Wood che si concludeva con l’elenco delle sue serie arrivate in Italia. «E speriamo di non aver scritto troppe idiozie» dicevo per introdurlo su Fucine Mute 51. Ecco, appunto, colgo l’occasione del blog per aggiornare e correggere alcune cose...
E ovviamente per ampliare la lista con le nuove serie di Wood comparse sui settimanali dopo il 2002.

Gilgamesh   (Skorpio 49/83)

In un futuro lontanissimo un uomo osserva con perplessità ed apprensione lo svolgersi della storia umana: è Gilgamesh, uno dei Guardiani che presiedono alla pace e alla armonia dell’universo. La sua preoccupazione deriva dal non riuscire più a capire le motivazioni dell’animo umano. Per tornare con serenità al suo incarico decide quindi di ripetere la sua vita passata per riassaporare le sensazioni dimenticate. Inizia così la saga dell’Immortale, liberamente tratta da quell’Epos di Gilgamesh che costituisce la prima testimonianza scritta della civiltà umana. Insoddisfatto re di Uruk, Gilgamesh è ossessionato dall’idea di dover morire e il provvidenziale aiuto di Utnapistim (che nell’interpretazione di Wood è un marziano) gli farà coronare il suo sogno. Ma l’immortalità è un dono avvelenato e il passaggio dei secoli e delle civiltà lo lascerà sempre più pessimista e disincantato. Dopo l’olocausto che stermina la vita sulla Terra (forse la pagina più alta di tutta la carriera di Wood) Gilgamesh parte con 12 bambini ibernati alla ricerca di un nuovo pianeta da colonizzare: si stabilirà su Sumer, sventerà la minaccia dei Primordiali e alla fine entrerà nei ranghi dei Guardiani, chiudendo quindi la sua vicenda con una circolarità ed una cura perfette, quasi impossibili da trovare in altre storie di Wood.

[MEA CULPA! MEA CULPA! MEA MAXIMA CULPA! All’epoca non sapevo la vera origine di Gilgamesh, che è una creazione del solo Luis “Lucho” Olivera. Gilgamesh, el Inmortal esordì su Anuario D’Artagnan nel dicembre 1969 con una storia in cui c’era già TUTTA la vicenda poi raccontata da Wood, dalle origini alla fine del mondo, prevista per il 10 novembre 1984. La serie originale continuò per dieci episodi (testi e disegni del solo Olivera) fino al 1973, quando Sergio Mulko subentrò ai testi e la scrisse per oltre 20 episodi.
Robin Wood rilanciò la serie nel 1980, probabilmente quando Olivera aveva concluso la sua collaborazione con la Record, facendone in pratica un “reboot” come avviene regolarmente nel mercato nordamericano dei supereroi]

I primi trentacinque episodi di Gilgamesh meritano solo lodi: Wood avrebbe potuto raccontarci centinaia di vicende sparse per la Storia e invece si limita a 20 (bellissimi) episodi autoconclusivi dopo la prima miniserie introduttiva in 5 puntate. La molteplicità dei livelli di lettura è un importante valore aggiunto, e che dire poi di quei 10 episodi indimenticabili in cui Gilgamesh è l’unico attore sulla scena… Ma con la trasferta spaziale la serie scadrà molto, sia a livello testuale che grafico. Verso la fine ritroveremo parte dell’eccellenza dei primi tempi, ma la stagione migliore era già finita da un pezzo. Di sicuro Gilgamesh è stata una delle serie più importanti mai pubblicate dall’Eura e, escludendo gli episodi meno riusciti, un capolavoro attuale a tutt’oggi. Malgrado la bella conclusione definitiva, in Argentina Gilgamesh è continuato senza Wood [E molto a lungo: l’ultimo episodio scritto da Grassi è comparso in Argentina nel 1998! Che si trattasse di una ristampa? Grassi però scrisse solo pochi episodi, mentre quelli successivi alla gestione Wood erano di Ferrari]. Come si confà a un’opera della sua portata, Gilgamesh ha avuto varie ristampe: in inserto tuttocolore su Skorpio dall’11/88 al 6/89, su Euracomix (12 volumi) e in una collana tutta sua di 12 volumetti bonelliani.

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