martedì 11 luglio 2017

Daredevil 4: Nella Tana di Coyote

Continua a ritmo sostenuto questa collana che ristampa il recente Daredevil di Mark Waid, di cui vengono riproposti con questo volume i sei episodi dal numero 16 al 21. Se non sbaglio in totale sono 36, quindi ne avremo ancora per almeno 3 altri volumi.
La storia parte con un delicato intervento al cervello di Devil, condotto da Henry Pym/Ant-Man in una sorta di rilettura del film Viaggio allucinante, preludio all’ennesima caduta in disgrazia di Matt Murdock, che viene allontanato dallo studio legale di cui è contitolare a causa della scarsa sincerità che apparentemente ha dimostrato verso Foggy Nelson. L’episodio successivo è un fill-in disegnato da Mike Allred (anni fa lo adoravo per poi ridimensionarlo drasticamente, ma comunque è molto meglio del titolare Chris Samnee), con cui riallacciare i fili del discorso e rinarrare alcuni episodi del passato, com’è abitudine nel mercato dei comic book. Comincia quindi una nuova linea narrativa in cui Devil sembra essere vittima di allucinazioni, forse dovute all’intrusione di Pym nel suo cervello, e tranne i dialoghi brillanti tutto sembra essere poco ispirato e non troppo originale. Ma quando entra in scena un nuovo nemico alla fine del numero 19 la storia decolla alla grande!
Waid è riuscito a dare una spiegazione perfettamente plausibile (all’interno di questo contesto fantastico, ovviamente) dei fenomeni che hanno coinvolto la sanità mentale di Devil, spiegando anche le false piste che ha lasciato qua e là e rimandando inaspettatamente a un villain che è comparso nientemeno che sul numero 1 della collana!
Dopo una buona metà costituita da episodi piacevoli ma non eccezionali, Nella Tana di Coyote esplode finalmente mettendo in luce tutto il talento d’architetto narrativo di Mark Waid, evidenziando come anche le parti apparentemente meno significative degli episodi precedenti fossero invece importanti e facessero parte di una struttura ben definita. Davanti a tanta maestria passa in secondo piano il ridicolo metodo di sfruttamento dei corpi delle persone in cui è coinvolto Coyote.
Conclusa questa nuova run (che però prelude a un’altra trama ancora), un cliffhanger ci rimanda a un probabile cross-over con l’Uomo Ragno.
Ai disegni Chris Samnee non è certo allo stesso livello di Paolo Rivera, disegnatore dei primissimi episodi e qui autore solo delle belle copertine. La resa di stampa non aiuta poi ad apprezzare il lavoro di Samnee, con parecchi fuori registro nella prima parte e anche delle occasionali macchie di colore – evidentemente la mia copia in particolare è un po’ sfortunata.

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