venerdì 16 giugno 2017

Yoko Tsuno l'Integrale 4: Vinea in pericolo

Il quarto Integrale di Yoko Tsuno (quarto come ordine di uscita uscita per Nona Arte e anche quarto nella cronologia di riferimento) ha un’ambientazione che non è tra le mie preferite, ma ciononostante le storie sono piacevoli e coinvolgenti come sempre. Inoltre i volumi qui raccolti sono l’ottavo, il decimo e il tredicesimo, quindi graficamente ci troviamo nel periodo a me più congeniale: distaccatosi dagli stilemi caricaturali degli esordi, Leloup non aveva ancora raggiunto la sua leziosità filiforme.
Ne I Titani Yoko, Vic e Pol sono chiamati su Vinea per indagare sulla inspiegabile apparizione di piante di palude sul pianeta, accompagnata dal ritrovamento di un resto organico che farebbe supporre un’invasione da parte di una forma di vita insettiforme. In effetti lo scenario è abbastanza simile a quello immaginato, ma con una svolta inaspettata che rimescola le carte in gioco e toglie ogni possibilità di identificare univocamente i “buoni” e i “cattivi” – come scritto con dovizia di particolari nell’introduzione. I Titani si conclude con un richiamo all’ideale di pacifismo e fratellanza cosmica che caratterizza Yoko Tsuno, ma che alla fine diventa ridondante.
La Luce d’Ixo non è precisamente ambientata su Vinea ma su una sua luna. Stavolta il trio indaga sull’origine del raggio di luce che appare a intervalli regolari nel firmamento, e che nasconde un’incredibile storia di oppressione e di faide ancestrali – anche queste anticipate dall’introduzione.
Per finire, Gli Arcangeli di Vinea racconta di un’esplorazione sottomarina (il pianeta ha una geografia tutta in divenire, anche per permettere a Leloup di inventarsi quello che gli fa comodo di volta in volta) per risalire al mistero di un’antica città vineana. L’episodio si segnala per una bellissima figura di antagonista, per la dimostrazione di risolutezza di Yoko Tsuno e per il vago interesse che la protagonista dimostra finalmente per un esponente dell’altro sesso, destinato però a non concretizzarsi per i motivi dettagliatamente spiegati nell’introduzione. Forse il finale è un po’ affrettato e nelle ultime 5-6 tavole c’è un’accelerazione esagerata, ma questa frenesia alla fine è anche piacevole.
Leloup ha uno stile di scrittura molto appassionante: le avventure seguono una struttura simile per cui nelle prime pagine vengono presentati tutti gli elementi del mistero per fare montare la tensione, che si scioglierà poi con calcolata maestria un po’ prima della ventesima tavola – leggere Yoko Tsuno a puntate sul settimanale Spirou doveva veramente tenere col fiato sospeso!
Il suo technobabble funziona anche con le trovate meno probabili (un insetto gigante non potrebbe esistere comunque, perché la trachea sarebbe inutilizzabile) e le sue storie sono miniere di concetti originali e ottime trovate, che seppur io preferisca vedere in ambientazioni più canoniche vanno benissimo anche su Vinea.
I suoi personaggi sono molto interessanti, sia gli antagonisti che le figure di contorno, e praticamente sono quasi esclusivamente donne, ma mai stereotipate (a partire dalla protagonista). I suoi décors e i mezzi tecnici che disegna sono sempre curatissimi e tanto dettagliati da mozzare il fiato; ancora una volta, però, io trovo che funzionino di più in un contesto realistico piuttosto che sul mondo alieno di Vinea, dove l’ambientazione già fantasiosa toglie un po’ di sense of wonder.
Il difetto di questi Integrali è che non presentano molto materiale esclusivo come schizzi inediti et similia e che i redazionali sembrano girare un po’ a vuoto concentrandosi sulle storie e finendo per inanellare uno spoiler dietro l’altro. È anche vero che rispetto a Spirou, Barbarossa e Tif e Tondu la serie di Leloup è molto più recente e quindi anche gli aneddoti da raccontare sono limitati, oltre al fatto che essendone l’unico autore non si possono approfondire le biografie di collaboratori inesistenti né ricostruire le dinamiche di uno studio che non si è mai costituito. Le note biografiche e le curiosità si sono praticamente esaurite con il primo volume.
A chiudere questo volume non ci sono però solo i soliti ingrandimenti delle vignette e le prove di colore (Leloup aveva la pazienza di un certosino a colorare a matita le tavole…) ma anche un recupero più interessante: la riproduzione di una copertina (con le varie fasi di lavorazione: matita, china e colori) che, realizzata per una fanzine prima ancora che nascesse Yoko Tsuno, anticipa le tematiche e i personaggi de I Titani.
Un pinailleur: la struttura dell'edificio cambia forma da una vignetta all'altra!
En passant, a Lucca 2016 avevo chiesto allo stand Nona Arte come stesse andando la serie degli Integrali di Yoko Tsuno e mi era stato risposto che non andavano bene e che erano altre le serie che vendevano. Zitti zitti, però, quelli di Nona Arte hanno già pubblicato quattro volumi sugli otto da programma (ma penso che un nono sarà imminente in Francia), quindi immagino che tanto male non vada.

Nessun commento:

Posta un commento