martedì 30 maggio 2017

Un pinailleur de Alan Moore !

In previsione della lettura del prossimo volume conclusivo di Providence mi sto rileggendo tutti gli episodi precedenti, e ho notato un errorino di Burrows:
Il villico Wheatley perde la medaglia che campeggia sul "rever" destro dell'accappatoio da una pagina all'altra. Un errore ancora più evidente (così evidente che me sono accorto solo alla seconda lettura...) visto che le tavole in questione sono stampate una di fronte all'altra.
Ma trattandosi di Alan Moore chissà che la cosa non abbia un significato particolare.

domenica 28 maggio 2017

Injection volume 2

Il nuovo volume di Injection è nettamente migliore del primo. Stavolta il protagonista principale (gli altri personaggi compaiono lo stesso e portano avanti le loro storyline) è il detective Vivek Headland, distaccato e dai modi aristocratici come vuole una certa tradizione di investigatori privati letterari che è il primo a stigmatizzare scherzosamente.
“Viv” è stato contattato da un mago della finanza che ha recentemente perso la moglie e il figlio e che era riuscito ad avere rapporti carnali con il fantasma di lei tramite una fotografia che la faceva materializzare. La fotografia gli è stata però sottratta da una setta esoterica che, fraintendendo volutamente tutta la situazione, crede che il computer del magnate (infettato da Injection) sia nientemeno che la pietra filosofale!
Un soggetto quindi molto originale che in più di un’occasione ha offerto allo sceneggiatore il destro per inanellare alcune delle sue memorabili battute. Ma, soprattutto, il pregio di questo secondo arco narrativo è che la narrazione non è frammentaria e complessa come nel primo, anche se non mancano flashback e sequenze parallele che coinvolgono gli altri membri del team. Un po’ rimpiango di essermi riletto quella palla del primo volume perché ricordando quant’era complesso e interlocutorio pensavo che fosse necessario rinfrescarsi la memoria per capire meglio questo: non è affatto così, e anche i rimandi ai precedenti capitoli sono perfettamente comprensibili anche leggendo solo questo secondo volume, del tutto autonomo.
I disegni di Declan Shalvey sono assai scarni ma senza mai andare sotto la soglia di guardia (in certe inquadrature ho ravvisato la sintetica eleganza di Chris Sprouse, ma sono molto poche). Discutibile la scelta di non inserire le copertine originali in apertura dei capitoli così com’erano effettivamente apparse, ma bensì riprodotte in negativo e virate in rosso rendendone meno chiari i soggetti: quella del primo capitolo sarebbe senz’altro servita a costruire l’atmosfera giusta. Ma immagino che questa scelta non sia da imputare alla saldaPress quando alla Image che ha confezionato il volume originale.

martedì 23 maggio 2017

Era Milazzo...

Mi riferisco al mistero sollevato da Andrea Mazzotta nell'introduzione de Il Maestro: macché Toppi, macché Manara, figurarsi Pratt o Tacconi... il matitista misterioso era Ivo Milazzo, almeno a quanto leggo qui. Francamente, non sapevo che in quegli anni Milazzo avesse avuto contatti con Il Corriere dei Ragazzi.
A questo punto mi chiedo qual'è la storia che ha disegnato, e sopratutto quale dovrebbe essere il particolare che ne renderebbe chiara la paternità...

domenica 21 maggio 2017

Non è proprio la stessa cosa

Tornare a uno stile meno realistico e dettagliato dopo l'exploit di Pellerin su Barbarossa è stata una discreta doccia fredda! Il lavoro svolto da Jijé e suo figlio Lorg è sicuramente professionale e, nel suo genere, molto ben riuscito (i rimpianti dello stesso Lorg di non essere stato all'altezza del compito sono ingiustificati) ma passare dallo stile moderno e meticoloso del volume precedente a questo più classico e caricaturale mi è sembrato quasi un passo indietro.
Anche i testi di Charlier, a dirla tutta, mi sono parsi piuttosto ingenui.
Sempre sia lodata la Nona Arte, comunque, che continua a far uscire questi gioielli franco-belgi.

venerdì 19 maggio 2017

Il Maestro

Ce ne ha messo di tempo per arrivare, ma questo volume vale tutta l’attesa e i trenta euro che è costato. Stampato interamente su carta patinata, è un cartonato con cuffia: quindi non c’è il rischio che il dorso si imbarchi da una parte o dall’altra a seconda di come lo si apre la prima volta.
Ma ovviamente quello che conta di più sono i contenuti: il protagonista è un parapsicologo di nome Maximus conosciuto universalmente come “Il Maestro”, dotato di una enorme cultura esoterica e soprattutto di poteri medianici di vario tipo (giustamente lasciati nel vago per assecondare le necessità dei singoli episodi) che collabora con la polizia di Los Angeles tramite la sua spasimante Velda Morris.
A dispetto di quello che immaginavo, Il Maestro non è una raccolta di episodi scollegati con lo stesso protagonista (non inizialmente, almeno) ma una saga con una continuity serrata in cui gli stessi personaggi e le stesse ambientazioni ritornano con frequenza: i primi nove capitoli vedono la lotta tra il protagonista e l’archeologa Jaga, che si è impossessata dello scarabeo di Ara-Tutna.
Questo antico monile di origine extraterrestre ha la facoltà di materializzare i pensieri di chi lo usa, a patto che sia conosciuta l’invocazione che lo attiva. Solo il Maestro ormai ne è a conoscenza e per questo Jaga ingaggia una lotta contro di lui per strappargli la formula. Seguiranno inseguimenti in tutto il mondo, colpi di scena e rocamboleschi ribaltamenti della situazione: Jaga otterrà effettivamente il pieno potere dello scarabeo, scavando nella memoria del Maestro con uno stratagemma ben architettato da Milani.
Dopo questo primo arco narrativo ne viene presentato uno più breve, Ultimatum all’America, in due soli capitoli opportunamente raccolti tutti di seguito, come avverrà con il penultimo ciclo in tre parti Una storia di iene. A seguire Ultimatum all’America ci sono un paio di storie autoconclusive, finché dall’episodio Un mare antico la singola vicenda trattata negli episodi è inserita nella trama generale che vede il ritorno di Jaga, che avrà una coda proprio in Una storia di iene (questa trama contempla a sua volta la sottotrama della perdita dei poteri del Maestro pur di non dover più convivere con la maledizione di percepire la data esatta della morte di chiunque lo tocchi). A integrare la saga portante ci sono due episodi autonomi disegnati da Giancarlo Alessandrini e uno di Mario Cubbino.
I testi di Mino Milani sono appassionanti e originali, tanto più se pensiamo che furono realizzati oltre 40 anni fa per una rivista indirizzata ai ragazzi. Non manca qualche occasionale ingenuità, ma pienamente giustificata dalla necessità di risolvere alcune situazioni specifiche. Anche i poteri dello scarabeo, però, hanno limiti variabili a seconda delle necessità: nel primo episodio riescono a materializzare solo illusioni, in altri modificano l’aspetto di chi lo usa e l’episodio Le grandi piogge si basa interamente sui suoi effetti ben concreti. L’elemento che risulta meno credibile alla fine non sono i poteri miracolosi del Maestro quanto quelli di Velma Morris: semplice poliziotta (anche se in un’occasione collabora con l’FBI) sembra avere piena autorità per intervenire al di fuori dei confini degli Stati Uniti, si sceglie i suoi casi in base alle intuizioni del momento, ha ferie e congedi infiniti e dispone nel suo equipaggiamento anche di droghe!
Mino Milani fa un uso molto intelligente di un’altra “spalla” del Maestro, la sua gatta Nardy che si porta dietro nelle sue avventure. In alcuni frangenti (pochi) viene coinvolta in improbabili rituali per risolvere una situazione, in molti altri riesce a salvare il suo padrone proprio in virtù del suo essere felino e del comportamento che ci si aspetterebbe da un gatto. Negli ultimi episodi Mino Milani adotta uno stile un po’ più malinconico, se non proprio cupo, e quelli disegnati da Alessandrini e Cubbino presentano delle didascalie più moderne, narrate in prima persona. Considerando l’anno di pubblicazione, il 1976, può darsi che lo sceneggiatore abbia fatto suo lo stile di scrittura più maturo di Lanciostory.
balloon invertito: anche negli anni '70 si sbagliavano
Credo comunque che alcune tavole siano state create ex novo al tempo della ristampa in volume della Ivaldi (che, se ho ben capito, conteneva tutti gli episodi della saga di Ara-Tutna tranne l’ultimo!) come raccordo tra gli episodi: in particolare il prologo del primo capitolo, in cui c’è un’anticipazione dell’origine del gioiello di Ara-Tutna, e l’ultima tavola del secondo. La mia impressione è infatti che la serie non avesse una progettualità molto definita all’inizio e Milani trovasse soluzioni narrative a mano a mano che procedeva la serie.
Per quel che riguarda la parte grafica, resto dell’idea che (come variamente ripetuto dal diretto interessato) Di Gennaro sia più bravo come illustratore che come fumettista, ma il suo lavoro è comunque stupendo: i riferimenti fotografici e le tecniche riprese da altri colleghi rendono spesso Il Maestro un gioiellino pop. E le sue donne sono meravigliose.
Passando alla qualità della riproduzione, viene anticipato che le tavole originali non erano reperibili e quindi si è proceduto a scansionare il volume dell’Ivaldi e le pagine del Corriere dei Ragazzi. Questa ammissione sembra quasi una scusa preventiva per giustificare la qualità di stampa non ottimale, ma in realtà la resa complessiva è molto più valida di quella di tanti altri editori che vantano fenomenali (e inesistenti) qualità delle fonti. Il riferimento alle tavole già pubblicate ha permesso di mantenerne lo stesso lettering senza ricorrere a uno nuovo computerizzato, ma non sono mancate delle criticità anche perché alcuni episodi sono stati proposti con toni di grigio nell’impossibilità di togliere in maniera poco invasiva la colorazione precedente: il risultato non è traumatico, anche se in alcuni casi tende a coprire o a impastare un po’ il segno, oltre a rivelare le magagne delle copie de Il Corriere dei Ragazzi da cui è partita la ReNoir.
L’episodio più rovinato in assoluto è Un mare antico, ma tanto quello ce l’ho già nell’antologia della Grande Avventura dei Fumetti della DeAgostini. Negli ultimi capitoli si notano maggiormente le dentellature e le sfocature del tratto, forse anche a causa di un cambio di formato della rivista che ha portato a una gabbia più ridotta e quindi con meno elementi. Probabilmente anche grazie all’organizzazione differente delle tavole finali (che presentano appunto meno vignette) il formato non proprio enorme di 19x26 centimetri non è stato affatto penalizzante come avevo temuto al momento di leggerlo sull’Anteprima.
Ogni episodio viene introdotto da una pagina in cui è riportata la sede della prima pubblicazione (ad eccezione dei cicli di due e tre Ultimatum all’America e Una storia di iene, che come detto sopra sono accorpati in due unici blocchi). Francamente mi sembra strano che Nel pozzo del vortice sia stato pubblicato sul numero 22 de Il Corriere dei Ragazzi datato 1 giugno 1975 quando l’episodio successivo, Incontro nella brughiera, risulta essere stato pubblicato sul numero 27 del 6 giugno, probabilmente si sono confusi indicando giugno invece che maggio come mese di pubblicazione del primo episodio.
Nell’introduzione Andrea Mazzotta ricostruisce il clima culturale e sociale in cui nacque Il Maestro, e si lancia in considerazioni interessanti che meriterebbero ulteriori approfondimenti (per quanto la sua introduzione consti di ben tre pagine). Inoltre lancia al lettore una sfida: parrebbe che le matite di un episodio fossero state realizzate da un altro disegnatore, peraltro uno dei pezzi grossi italiani, e la cosa si potrebbe intuire da una vignetta in particolare di un episodio non specificato. Io ho ravvisato nella nave in apertura del quinto capitolo una forte impronta toppiana, ma d’altra parte l’episodio Il grande giudizio ricorda come impostazione certe derive di Milo Manara (che per l’epoca potrebbe starci). E d’altra parte nell’episodio Occhi di gatto i quattro piantoni mi hanno ricordato Gli Aristocratici e quindi Nando Tacconi, ma d’altro canto quello stesso episodio presenta una forte sintesi prattiana… chissà.
Dal canto mio, ho trovato solo l’evidenza dell’ispirazione a una medesima fonte di Di Gennaro e Cubbino e il recupero di una stessa inquadratura sullo stesso numero di Bliz per cui fece la copertina:

martedì 16 maggio 2017

Historica Biografie 1: Kennedy

Parte con il piede giusto questo spin-off della collana Historica che, da quanto ho capito, presenterà i volumi della serie Ils ont fait l’Histoire di Glénat.
Il Kennedy del titolo è ovviamente John Fitzgerald, la cui vita viene ricostruita attraverso l’artificio di una intervista a suo fratello Bobby. Sylvain Runberg riesce a evitare i rischi che una biografia così densa poteva comportare se costretta nelle 46 pagine canoniche di un albo alla francese: la narrazione procede spedita senza essere troppo didascalica, vicissitudini private e vita politica si alternano armoniosamente, viene evitata l’agiografia (come pure il vilipendio, anche se non vengono taciuti gli espedienti con cui la ricchissima famiglia Kennedy sostenne il protagonista, né la sua consapevolezza di quanto l’immagine fosse importante). Confesso che non sapevo che Kennedy era stato osteggiato nella sua ascesa in quanto cattolico, poiché gli WASP temevano che avrebbe preso ordini dal Papa una volta diventato presidente!
I disegni di Damour sono anch’essi validi: il tratteggio grasso ma non fitto con cui mette in scena la storia permette di mantenere sia un certo dinamismo che la fedeltà alla cospicua documentazione fotografica a cui ha fatto riferimento. Non sarà Blanc-Dumont o Moëbius, ma per questo fumetto lo trovo perfetto. O “la” trovo perfetta, non so se sia maschio o femmina.
In appendice ci sono sette paginette di approfondimenti storici affidate a un esperto dell’argomento (marchio di fabbrica della collana originale) e il “making of” del volume. Lo spazio risicato non permette di sviluppare molto più di quanto si è già letto nel fumetto, anche se André Kaspi si spinge oltre e conclude il suo intervento accennando alle teorie del complotto fiorite a seguito dell’assassinio di Dallas. Molto lodevole da parte di Mondadori il dettaglio sulle edizioni italiane dei volumi citati nella biografia finale, cosa purtroppo non così scontata in altre iniziative editoriali.
Rispetto ai volumi della collana-madre, che ci hanno abituato a raccolte di anche 4 volumi franco-belgi, questa prima uscita delle Biografie si legge tutta d’un fiato, e pur non avendo la stessa foliazione presenta comunque un buon prezzo: 8,99 euro.
Il prossimo mese si continua con Mao Zedong.

lunedì 15 maggio 2017

Comunicazione di servizio

Palmanova The Games Fortress | 30 giugno-02 luglio 2017

COMUNICATO AREA FUMETTO

L’area fumetto del Festival “Palmanova The Games Fortress” intende essere spazio dedicato alla comprensione del linguaggio del fumetto nelle sue molteplici forme e rappresentazioni.

La sezione dedicata è immaginata come evento culturale di riflessione sulle potezionalità del fumetto quale forma di scrittura dalle peculiarità assolutamente proprie ed indipendenti, ma allo stesso tempo quale strumento importante all’interno dei processi di valorizzazione di luoghi o di comunicazione di specifiche proposte imprenditoriali.

“The Games Fortress” non sarà dunque solo sede di un evento di genere, ma occasione di incontro tra operatori del settore e tra questi ultimi e l’imprenditorialità non solo locale, alfine di permettere la maturazione di strategie comuni di valorizzazione di un’area geografica e culturale specifica di cui Palmanova risulta essere centro storicamente riconosciuto.

I temi principali per il 2017 saranno due:
- “La centralità della scrittura per l’arte sequenziale”;
- “L’utilizzo del fumetto e dell’illustrazione come strumenti di marketing”.

Per affrontarli “The Games Fortress” ha deciso di invitare a Palmanova alcuni dei principali protagonisti del fumetto d’autore italiano e internazionale, assieme ad alcuni giovani emergenti, già segnalatisi all’attenzione della critica nazionale.
Gli autori ospiti si sono contraddistinti scrivendo, sceneggiando e disegnando le proprie storie, riuscendo continuamente a garantire un significato particolare alle vicende narrate, sperimentando linguaggi o rileggendo la tradizione della cultura dell’arte sequenziale; superando spesso i confini del tutto immaginari tra fumetto d’autore e popolare.

Gli ospiti già confermati del festival sono: Gianfranco Manfredi, Daniele Brolli, Luca Enoch, Giuseppe Palumbo, Lorenzo Pastrovicchio, Carlo Ambrosini, Lele Vianello, Davide Fabbri, Matteo Alemanno, Bepi Vigna, Mario Alberti, Casty, Luca Malisan, Paolo Francescutto, Fabio Babich, Pasquale Frisenda, Matteo De Longis, Daniel Cuello, Federica Salfo.
Altri se ne stanno aggiungendo.

Gli autori saranno presenti per parlare in pubblico del proprio percorso professionale durante alcuni panel a tema, dove più voci saranno messe a confronto.
Alcuni ospiti si sono anche resi disponibili per dei workshop destinati ai giovani e al pubblico presente. A breve verranno chiarite le modalità di iscrizione.
Saranno inoltre garantite, per la gioia dei fan,  delle sessioni di dediche, durante le quali il pubblico presente potrà richiede autografi o ricevere una dedica disegnata personalizzata sui volumi acquistati. Le modalità saranno comunicate a breve.

A coronare queste presenze autorevoli verrà allestita in collaborazione con il Treviso Comics Book Festival un’area dedicata alle autoproduzioni, dove si potranno visionare i lavori dei giovani autori, che presenteranno anche pubblicamente le proprie attività durante le giornate del Festival e gestiranno una sezione incontri per ilo pubblico.

La sezione fumetto di “The Games Fortress” propone inoltre un’idea di certo innovativa per conoscere a fondo le aspettative, i progetti e gli obiettivi che si pongono a margine di ogni esperienza editoriale. Ogni anno sarà ospite del festival una casa editrice per parlare delle prorie strategie editoriali e di marketing, e l’invito per il 2017 è stato rivolto alla casa editrice BAO Publishing di Milano.
BAO è una delle realtà imprenditoriali più importanti degli ultimi anni, capace di scuotere il mercato italiano di settore con una proposta comunicativa innovativa, in equilibrio tra continua trasmissione delle proprie passioni e ricerca di marketing. 
Anche per garantire ai giovani autori regionali, ma non solo, un momento importante, utile per la propria carriera nel mondo del fumetto, i responsabili della casa editrice BAO Publishing incontreranno i giovani autori dedicando a loro una Portfolio Review. La partenza delle preiscrizioni è prevista a breve.

Saranno presenti a Palmanova inoltre due importanti scuole del fumetto nazionali: la Scuola del Fumetto di Milano e il Centro Internazionale del Fumetto di Cagliari.
Le due strutture, attive ormai da anni nel campo dell’educazione alle tecniche e ai linguaggi del fumetto, si renderanno disponibili per organizzare dei workshop destinati al pubblico appassionato, ma anche solo curioso di sapere di più di come nasce e si costruisce un fumetto.

Sarà contemporaneamente allestita un’importante mostra mercato di settore, dedicata ai collezionisti e agli appassionati.

Il programma definitivo è in corso di definizione.

Per informazioni e altro sugli ospiti presenti, sui workshop e sul programma si prega di consultare:

Per contatti
NOVALUDICA, Borgo Aquileia, 13 – 33057 Palmanova (UD)
+39 373-7513454
www.novaludica.it

domenica 14 maggio 2017

Evvai! (forse)

Sull'ultimo numero de Il Giornalino, il 20, è cominciata la pubblicazione di un nuovo fumetto franco-belga: Il Gesso Magico, che scopro essere la versione italiana di Le craie des étoiles.
Si tornerebbe quindi (forse) alla BéDé non episodica e basata su gag, ma è ancora troppo presto per farsi un'idea della storia, tanto più che ne sono state pubblicate (stampate malino) solo quattro tavole.
Lo stile grafico di Drommelschlager è in ogni caso molto valido, umoristico ma a partire da una solida base realistica, altro che gros nez. Chi vivrà...

sabato 13 maggio 2017

Chi l'ha visto?

Mi ero ripromesso di non prendere in considerazione questa nuova proposta data la mancanza di spazio, ma poi ho pensato che per Jonathan un buchetto l'avrei trovato. E poi, quanti volumi saranno mai? Al massimo una decina.
Però non l'ho avvistato da nessuna parte. Essendo inserito in una collana di collaterali che bisogna prendere dall'inizio alla fine pena il mancato rifornimento all'edicolante, avranno organizzato la distribuzione in zone diverse da quelle che frequento io. Così, "per fortuna", ho risparmiato spazio e quella manciata di spiccioli che costano i singoli volumi.
Però, dannazione...

mercoledì 10 maggio 2017

James Bond 007 2: Eidolon

Pur non essendo allo stesso livello del primo volume, anche questa nuova incursione di Warren Ellis nel mondo di 007 è piacevole.
Stavolta James Bond si trova invischiato in un complotto a lungo termine della Spectre riaffiorato grazie a controlli contabili. Si scoperchia così un calderone di operazioni segrete che coinvolgono l’M5 contro l’M6 di cui fa parte il protagonista (tocco di classe di Ellis: l’«Hard Rule» introdotta nel primo volume non era solo una trovata vagamente umoristica ma un indizio di quello che sarebbe successo).
La storia è ben congegnata, per quanto meno originale e incalzante di Vargr, i personaggi sono splendidamente delineati, i dialoghi sono stupendi e c’è quel po’ di continuity che basta a dare la piacevole impressione che Warren Ellis avesse pianificato tutto sin dall’inizio. Molto ben congegnato l’uso dei flashback estesi nell’undicesimo capitolo (nulla di nuovo, ma molto ben realizzati). Forse qui James Bond è più bastardo della sua versione letteraria o cinematografica, ma non sono un esperto.
Il comparto grafico non è purtroppo allo stesso livello del primo ciclo, per quanto Jason Masters si difenda sempre bene. La prima cosa che colpisce sono i colori piuttosto scialbi di Guy Major, soprattutto nelle scene meno drammatiche, in cui gli abiti dei personaggi emettono degli incongrui riflessi metallici e in cui le automobili di lusso hanno dei colori improbabili. Non succede tassativamente per tutti questi elementi, ma proprio il fatto che queste scelte cromatiche siano riservate solo ad alcuni di essi li fa risaltare ancora di più.
Lo stesso Masters, comunque, ci mette del suo: è sempre bravissimo a raccontare per immagini (la traiettoria di un oggetto tra due vignette è evidente anche senza linee cinematiche, gli sguardi dei personaggi fanno capire immediatamente le loro intenzioni, ecc.) ma a volte si inchiostra in una maniera quasi espressionista che mal si integra con l’asettica pulizia dei decors e degli altri elementi elaborati col computer.
Per novembre viene già annunciato il prossimo volume, Hammerhead, che dalle immagini sembra essere disegnato da qualcun altro, ma spero sia sempre scritto da Ellis.

lunedì 8 maggio 2017

Karnak - Il punto debole in ogni cosa

La Marvel sta rilanciando da qualche tempo dei personaggi ritenuti minori fino a ieri, per poterne sfruttare direttamente le versioni multimediali senza affidarne la gestione (e i relativi incassi) a terzi. Gli Inumani, personaggi tra l’anonimo e il ridicolo ancor più che i Guardiani della Galassia, rientrano in questa categoria, come peraltro onestamente ammesso da Aurelio Pasini nell’introduzione di questo volume, e per contribuire a metterli sotto i riflettori è stato chiamato il grande Warren Ellis a occuparsi di una miniserie di uno dei membri del gruppo.
Karnak si concentra sull’Inumano omonimo, morto e risorto come succede ai veri supereroi e qui ingaggiato dallo S.H.I.E.L.D. per recuperare un giovane umano che, sottoposto (immagino) allo stesso fenomeno che ha generato Miss Marvel, è stato rapito da una loggia deviata dell’A.I.M. nonostante l’unico potere da Inumano che ha sviluppato sia un sistema immunitario più forte.
L’eremita/detective col potere di trovare «il punto debole in ogni cosa» si troverà coinvolto in una vicenda abbastanza originale in cui il giovane Inumano è diventato un messia e si compiace del suo ruolo, ingaggiando un duello psicologico con lo stesso Karnak di cui fa emergere la principale debolezza: Karnak non è stato sottoposto alle Nebbie Terrigene in tenera età, quindi forse non si può nemmeno definire un Inumano.
Il trattamento di Warren Ellis è molto efficace, e quello che ne risulta è un protagonista affascinante senza l’urgenza di essere forzatamente cool, anche se poi inevitabilmente alcune scene saranno sopra le righe. La trama è interessante e piuttosto originale e i dialoghi sono eccezionali. Dopo l’inizio col botto, però, mi è sembrato che la storia perdesse un po’ di mordente e si diluisse in rivoli di filosofia spiccia il cui fine ultimo è rendere la figura dell’apatico protagonista più umana, cosa un po’ troppo scontata per Ellis.
La traduzione si segnala per essere assai discutibile: perché lasciare in originale la parola «cairn», che come sanno tutti i giocatori di ruolo di lungo corso può benissimo essere resa con «tumulo» (perfetta per la circostanza, peraltro)? E poi i terroristi si dividono in “cellule” operative mica in “celle”!
Ai disegni Gerardo Zaffino fa un lavoro abissalmente distante da quello del padre. Avevo visto alcuni suoi disegni in giro per internet e non sembrava affatto male; qui è veramente tremendo. Il suo tratto ostentatamente sketchy rende poco chiare le azioni e a volte indistinguibili i personaggi. Dopo un evidente intervento esterno in calce al secondo capitolo (sicuramente l’Antonio Fuso citato nelle gerenze), l’incombenza della parte grafica passa a Roland Boschi, un disegnatore che già non mi aveva convinto del tutto su Hail Hydra, e che qui mi sembra ancora peggio. Sempre meglio che Zaffino Jr., di cui però riprende lo spirito sintetico e confuso – e non deve nemmeno aver letto gli episodi precedenti a quelli che ha disegnato, visto che piazza un sorriso ebete su molti personaggi quando in teoria non dovrebbero sorridere a causa del particolare significato che gli Inumani attribuiscono ai sorrisi.
L’impressione finale è che Karnak avrebbe potuto essere un capolavoro o giù di lì, se solo Ellis non si fosse perso in annacquate disquisizioni filosofiche e soprattutto se fosse stato disegnato da autori più accattivanti. Sembra veramente ridicolo che per portare a termine questa miniserie di sei numeri sia occorso quasi un anno e mezzo! Ma al di là dei problemi personali di Zaffino citati nella sua biografia in appendice, forse è stato Ellis ad accumulare qualche ritardo.

sabato 6 maggio 2017

???

Da alcuni giorni, quando cerco di accedere alla pagina di Hotmail dal pc fisso con FireFox mi compare questa schermata:
Amen: se accedo con Chrome funziona. Sul portatile, però, non dà nessun problema nè con un browser nè con l'altro. Il problema si ripresenta su un tablet:
Il tablet non è mio e non ha nessun file in comune con il mio pc fisso. Però sul tablet questo problema si verifica con Chrome, e non ha nemmeno FireFox installato.
Ho provato da uno smartphone, ma la pagina di Hotmail non si carica nemmeno.

...e quindi?!

giovedì 4 maggio 2017

Grazie, no.

Stamattina in edicola ho trovato questo:
Con tutta la buona volontà e consapevole del rischio che mi assumo, passo. Il volume sembra bello grosso, e immagino che raccolga almeno tre episodi, ma francamente un’altra storia ambientata durante la Seconda Guerra Mondiale non mi interessa, a maggior ragione se la serie era finita nel Peggio dell’anno scorso.
È più di un anno che non manco un appuntamento con Historica e voglio sperare che la Mondadori non chiuda i rubinetti per un solo volume. Tanto più che il mio edicolante di fiducia ha detto che eventualmente non darà il volume in reso ma lo terrà lui (la dinamica non mi è chiara ma confido che funzioni).

lunedì 1 maggio 2017

Facendo due conti.

L’uscita del bell’Integrale di Alix mi ha spinto a considerare quanti e quali dei futuri volumi saranno effettivamente appetibili considerando l’entità degli episodi già pubblicati da Mondadori.
Facendo una rapida ricerca ho scoperto che questi Integrali non sono la semplice versione italiana dei corrispettivi francesi, per quanto venga indicato nelle gerenze che la collana traduce Alix – Recueil. A quanto pare gli Integrali francesi seguono lo stesso criterio tematico di quelli di Yoko Tsuno, saltando da un episodio all’altro senza badare alla cronologia.
Data la levatura del personaggio, non mancano altri (tanti) tipi di raccolte, nessuna delle quali sembra però identica a quella della Nona Arte che quindi avrebbe confezionato una collana originale con i materiali di partenza a disposizione – il che giustificherebbe anche la copertina un pochino improvvisata. La versione che più le si avvicina è quella edita da Rombaldi, che però non arriva a raccogliere i primi 20 volumi originali e come redazionali ha degli approfondimenti storici, quindi non è servita da base per l’edizione Nona Arte.
Inevitabilmente, ho fatto due conti. Di logica, nel prossimo Integrale saranno raccolti ulteriori tre episodi, di cui solo l’ultimo, il sesto, già edito da Mondadori. Con il terzo la situazione si ripresenta identica, poiché dei tre probabili episodi solo uno, l’ottavo, è già stato edito (i volumi 9 e 10 hanno 54 tavole invece di 62: dubito che aggiungeranno un altro episodio per compensare le 8 pagine in meno, tanto più che il quarto episodio di tavole ne ha due in più). Poi, però, cominciano i guai…
La Mondadori nella sua collana da edicola ha pubblicato, pur senza un criterio cronologico che sarebbe stato opportuno, tutti i volumi originali dal 10 al 20.
Ora, dal numero 11 originale gli episodi di Alix si mantengono quasi costantemente sulla durata standard delle 46 tavole: pubblicarne 4 per volta non comporterebbe quindi una variazione della foliazione, anche considerando gli eventuali frontespizi tra un episodio e l’altro (46x4 sono 184 tavole, addirittura due in meno delle 186 che occupano tre volumi da 62 tavole), ma anche considerando nel computo il 10, che di tavole ne ha 54, bisognerebbe aspettare appena il sesto Integrale (coi numeri dal 18 al 21) per avere un episodio inedito. Ovviamente, sempre che gli episodi raccolti siano quattro per Integrale, altrimenti al ritmo di tre per volta il primo inedito arriverebbe solo alla fine del settimo Integrale!