domenica 31 dicembre 2017

Il Meglio e il Peggio del 2017

Il Meglio

1
Le Leonesse di Monteleone. La grande sorpresa di quest’anno.

2
Il Maestro. Finalmente ho potuto leggere questo classico del fumetto italiano, oltretutto in una bella edizione.

3
Blake e Mortimer 24. La saga continua e secondo me sta diventando sempre più moderna.

4
Stern su Lanciostory 2216-2224. I fratelli Maffre sono riusciti nell’impresa impossibile di realizzare un western originale. Una storia sospesa tra realismo documentario e gustosa caricatura, con un protagonista (appunto) originale. E una volta che si fa l’occhio ai disegni un po’ caricaturali, anche quelli sono perfetti per la storia.

5
Barbarossa L’Integrale volume 7: Scacco ai Negrieri. I testi scorrono su binari classici, né mi aspettavo diversamente, ma i disegni sono qualcosa di favoloso.

6
Alix Integrale. Una piacevolissima sorpresa: agli esordi Jacques Martin non era affatto un seguace della Ligne Claire e nel secondo volume è tornato alle origini realistiche.

7
I Mondi di Thorgal – La Giovinezza di Thorgal 2. Una bella minisaga in due numeri raccolti in un unico volume. La storia è molto originale pur se si nota il grande lavoro di documentazione di Yann, e per quanto sia stato “spremuto” Surzhenko ha offerto comunque una prova eccellente, almeno nel primo dei due episodi che compongono questo volume della Panini.
Meglio sorvolare sul terzo volume di Lupa, però…

8
Jonathan negli allegati della Gazzetta dello Sport. È un voto sulla fiducia, perché non l’ho letto. Figurarsi: non l’ho nemmeno visto in giro per le edicole, visto che per poterci mettere le mani sopra bisognava comprare con continuità la Collana Avventura in cui era inserito, pena l’embargo all’edicola con cui si era sgarrato anche solo una volta.
Di certo, al di là del prezzo ridicolo da quanto è basso, si tratta di un capolavoro che finalmente trova un’edizione filologica in Italia.

9
Saga deluxe. Sì, è veramente l’ottimo fumetto che dicono.

10
Daredevil 5. A mio avviso il volume migliore di una saga che è ottima.

Il Peggio

1
I Grandi della Scienza a Fumetti 8: Darwin. Nemmeno un fumetto propriamente detto.

2
Historica Biografie 2. Assai bruttino, soprattutto se confrontato con le molte buone prove che ha dato questa collana.

3
Il Dono in Hellblazer 56 (uscito a fine maggio e datato dicembre 2016…). Classico fill-in riflessivo sugli eventi appena trascorsi realizzato per essere inseribile in un punto qualsiasi della serie e per dare respiro al disegnatore titolare. Considerate le premesse non è nemmeno male, ma i disegni di Frazer Irving sono tremendi, per nulla presaghi della qualità che negli anni successivi raggiungerà l’autore. Ma il suo lavoro sui Seven Soldiers of Victory non era quasi contemporaneo a questo? Mah.

Meglio o Peggio?

Alack Sinner della Cosmo. Francamente non sapevo se metterlo nel Meglio o nel Peggio, quindi rimane fuori da entrambi. È innegabile che l’edizione sia buona (cronologica, stampata bene, con dei validi redazionali) ma è anche vero che un’edizione del genere ha probabilmente dato il colpo di grazia a ogni eventuale possibilità di ristampa di pregio. E forse 8 euro per un bonelliano da 224 pagine non sono proprio un affare, per quanto sia un prezzo basso (abbastanza basso). Sul fatto che le poche pagine a colori in originale siano state pubblicate in bianco e nero si può soprassedere, ma non mi capacito delle traduzioni così diverse di alcuni episodi…

BUON 2018!

sabato 30 dicembre 2017

Cosmo Serie Gialla 63: La Rapina del Secolo - Come ho fatto fortuna in Francia nel giugno 1940

Ormai non compro più i bonellidi della Cosmo, ma questo titolo mi aveva incuriosito quando l’ho visto sull’Anteprima. Avendo appunto smesso di guardare a quel reparto nelle edicole, sono rimasto stupito nel vedere che nonostante la mole delle uscite non tutti i punti vendita erano riforniti alla stessa maniera, e alcuni non avevano proprio più materiale Cosmo. Ho avuto insomma qualche difficoltà a trovare il numero 63 della Serie Gialla e per questo ne scrivo così in ritardo rispetto alla sua uscita.
La Rapina del Secolo è un noir bello robusto ambientato durante la Seconda Guerra Mondiale, al momento dell’occupazione francese. Un ingente quantitativo d’oro è sfuggito ai controlli della Banca Centrale di Francia, che ha già provveduto a nascondere il resto altrove proprio per evitare che cada in mano tedesca.
La notizia del prossimo trasferimento è trapelata e un gruppo di criminali si organizza per assaltare il furgone blindato con le due tonnellate d’oro.
Questa sporca mezza dozzina è composta da un gangster corso, un pugile specializzato nel finire al tappeto, la “talpa” all’interno della banca, un tedesco in fuga da Hitler e la figlia di un orologiaio/scassinatore che ne ha ereditato l’abilità.
La Rapina del Secolo presenta situazioni larger than life che in un romanzo possono benissimo venire inserite senza risultare ridicole (il lettore se le immagina come vuole) ma che in un fumetto risultano poco credibili o forzate; scopro però dalle gerenze che in origine la sceneggiatura, tratta appunto da un romanzo di Pierre Siniac, era stata addirittura pensata per il cinema, dove sarebbe risultata ancora più esagerata e inverosimile.
La frenesia dell’azione la rende talvolta poco chiara e rimanda proprio a un film fracassone, ma sul finale Nury e Dorison si riscattano con quel’ultima tavola così beffarda – anche se, ancora una volta, forse poco verosimile.
La qualità della stampa è buona, così come i colori di Laurence Croix sono abbastanza netti da non risultare penalizzati dal passaggio al formato più piccolo e a una carta non patinata (anche se le tavole doppie non si leggono con la stessa facilità in formato ridotto e in brossura), ma la parte grafica in generale è deludente e inadatta a un fumetto del genere. I disegni sono infatti troppo caricaturali: è vero che anche quel gioiello di C’era una volta in Francia soffriva dello stesso difetto, ma qui Laurent Astier esagera e ogni tanto non si distinguono i protagonisti l’uno dall’altro, oppure non si riescono a prendere sul serio dei personaggi che hanno delle fattezze grottesche e che invece dovrebbe esprimere autorevolezza o risultare temibili.
Nel complesso la storia non è affatto male, pur con tutte le sue concessioni all’effettismo spicciolo, e inanella qualche colpo di scena ben congegnato, oltre che una valida ricostruzione dell’atmosfera dell’epoca. Ciò detto, sono più che contento di averci speso solo 5 euro.

mercoledì 27 dicembre 2017

Chica Alien

Piuttosto interessante, questo Chica Alien. La giovane Irene si dà alla fuga temendo di aver ucciso il balordo che l’ha molestata, altrove una ragazza mascherata con dei capezzoli lunghissimi e acuminati (la Chica Alien del titolo) porta avanti la sua crociata contro l’umanità intera partendo dal vicino di casa. Ovviamente le loro strade si incrociano.
Nonostante ci siano almeno due linee narrative forti e riconoscibili (la vendetta di Weasel e le tappe del piano globale di Chica Alien) il fumetto esonda dalle sue costrizioni diegetiche e si perde in chiose e rigagnoli che contemplano tra le altre cose una parodia del giochino “Dov’è Waldo?” e sequenze da cartone animato. Ma nonostante le varie divagazioni una trama portante rimane sempre bene in evidenza, anche se talvolta solo come background.
In Chica Alien confluiscono molti temi, stili e suggestioni diversi, e l’opera mescola Thelma & Louise con V for Vendetta con i supereroi con la rabbia giovanile e con proclami contestatari un po’ troppo generici per non sembrare qualunquisti.
La parte grafica asseconda quella testuale e il bravo Nicolas Brondo si esibisce in un profluvio di stili diversi, andando dall’iperrealismo al grottesco più graffitaro. Questa scelta lo esonera oltretutto dal dover per forza mantenere sempre le stesse anatomie o dal dover ripetere pedissequamente l’esatto punto in cui un braccio è stato amputato, ma l’effetto generale è comunque piacevole e perfettamente indicato per il tono della storia narrata.
Il volumetto formato comic book edito da Weird Book (nome quanto mai indicato per un fumetto del genere) consta di 76 pagine patinate in bianco e nero, incollate direttamente sul dorso e non rilegate e cucite – ma comunque è bello solido. Ogni tanto la stampa non è impeccabile, ma Brondo ci ha messo del suo riempiendo alcune vignette di tratteggi o di altri effetti molto dettagliati di non facile riproduzione. Per 8,90 euro vale abbondantemente la spesa.

domenica 24 dicembre 2017

Torpedo 1972

E finalmente è arrivato anche a me – ok, un po’ è colpa mia se lo leggo in ritardo visto che pensavo di prenderlo a Lucca e non l’ho ordinato in fumetteria, ma traumatizzato dalle code allo stand Panini ho rinunciato.
Come già anticipato da Abulí in persona, Torpedo 1972 mette in scena un Luca Torelli invecchiato e coi primi segni di Parkinson sullo sfondo degli Stati Uniti degli anni ’70.
Nello specifico, un giornalista rampante vorrebbe fare un articolo su un omicidio di mafia di molti anni prima, e tramite un alcolizzato Rascal prende contatto con l’unico testimone sopravvissuto: Torpedo.
Ma a seguito della disinvoltura che il vecchiaccio sfodera con la fidanzata fotografa del giornalista, questi si vendica scrivendo nel suo articolo che fu proprio Torpedo ad ammazzare don Caputo, generando così una guerra fra criminali!
Lo stile è arguto e divertente esattamente come un tempo, pieno di battute sferzanti e doppi sensi, e lo humour nero si adatta alla perfezione anche all’ambientazione più frivola del Bronx anni ’70. Non solo: evidentemente Abulí è andato a rileggersi gli episodi precedenti, perché in più di un’occasione inserisce dei riferimenti a storie passate.
È assolutamente indispensabile leggere l’introduzione dello stesso Abulí per cogliere certe sfumature e alcuni retroscena che potrebbero non essere palesi con la lettura del solo fumetto.
I disegni di Risso sono semplicemente splendidi, né mi aspettavo di meno. Non viene indicato il nome del colorista e immagino che sia sempre lui, anche se col computer ha una resa molto meno vivace rispetto agli acquerelli che gli ho visto fare.
La storia procede rapida e coinvolgente, con qualche calcolata pausa dove lo sceneggiatore ha voluto far ridere o sogghignare il lettore, e si arriva alla fine veramente troppo in fretta. Delle 64 pagine del volume Panini solo le canoniche 46 sono dedicate al fumetto e alla fine ci sono rimasto male nel vedere che il colpo di scena che mi aspettavo non c’è stato (io pensavo che la fotografa avesse ordito il piano proprio per eliminare Torpedo, che fa posare in maniera ambigua).
Questo nuovo episodio di Torpedo, che infatti ha un titolo a sé stante: A proposito del Mar Morto, potrebbe e dovrebbe essere insomma l’inizio di una nuova serie, visto che mi è sembrato più che altro un antipasto e le possibilità narrative sono molteplici.
In appendice ci sono un racconto di Abulí (fenomenale!) e una sezione di schizzi dedicata allo scrupoloso lavoro di Eduardo Risso.
A mio avviso la Panini avrebbe potuto adottare un formato più grande per valorizzare meglio Torpedo 1972, e magari correggere una volta di più le bozze (nel racconto finale sono andati a capo sillabando so-rriso e hanno usato «uscì» invece di «uscii»…).

giovedì 21 dicembre 2017

Fumettisti d'Invenzione! - 125

Mi permetto di integrare il divertente e interessantissimo volume di Alfredo Castelli con altri “fumettisti d’invenzione” e simili.
In grassetto le categorie in cui ho inserito la singola segnalazione e la pagina di riferimento del testo originale.

CARTOONIST COME PROTAGONISTA – GRAPHIC NOVELS E ONE SHOTS (pag. 24)

LUNE L’ENVERS
(Francia 2014, © Blutch/Dargaud, grottesco)
Blutch [Christian Hincker]

La vita di una giovane aspirante artista si incrocia con quella del fumettista Lantz, bloccato da tre anni su un progetto di proporzioni titaniche attesissimo dall’umanità intera.
In questo universo ideato da Blutch, memore delle atmosfere surreali e del tratto (oltre che dei colori) di Jean-Claude Forrest, i fumetti vengono realizzati in serie da operai specializzati che lavorano a macchinari in cui inseriscono le mani ignorando di realizzare fumetti.
Pseudofumetto: l’opera attorno cui ruota Lune l’envers è il Nuovo Nuovo Testamento, per cui Lantz ha già ricevuto un cospicuo anticipo dall’editore MediaMondia ma che, pur in crisi d’ispirazione, non vuole cedere a un’equipe di realizzatori meccanici.

CARTOONIST COME COPROTAGONISTA OCCASIONALE – FUMETTI SERIALI (pag. 28)

DETECTIVE SMULLO
(Italia 2008, © dell’edizione in volume: Nicola Pesce Editore, umorismo)
Davide La Rosa

Nato nel 2008 come webcomic sul sito dell’autore, il Detective Smullo è un personaggio surreale che finisce regolarmente per arrestarsi da solo a causa dei giochi di parole con cui si concludono le sue brevi storie.

Vendetta… tremenda vendetta in Mi sa che ho ucciso l’Uomo Ragno (2014). Davide La Rosa (T), Fabrizio Di Nicola (D)
Episodio presentato nel volume cartaceo pubblicato nel 2014 da Nicola Pesce Editore. Il Detective Smullo si improvvisa fumettista puntando ad avere un grande successo, ma il tristissimo personaggio che elabora, mal interpretando il filone intimista, porta quasi alla morte il malcapitato editore a cui lo sottopone in visione!

Fuori tema: fumettisti non d’invenzione: citazioni, caricature, camei; fumetti biografici; metafumetti e autoreferenzialità; parodie
METAFUMETTI E AUTOREFERENZIALITA’ (pag. 64)

MAXWELL THE MAGIC CAT
(Gran Bretagna 1979, in Northants Post, © Alan Moore, striscia umoristica)
Jill de Ray [Alan Moore]

Nata come parodia di Garfield, questa striscia ha per protagonista il gatto Maxwell e il suo padroncino, che spesso si trovano coinvolti in situazioni che hanno delle derive metanarrative.

[ALTRO] SAGGISTICA (categoria non presente nel volume di Castelli)

MY LIFE AS A CARTOONIST
(Stati Uniti 1988, Byron Preiss, autobiografia/saggio)
Harvey Kurtzmann

Breve autobiografia del creatore della rivista statunitense Mad, il libro è in realtà anche un manuale sulla realizzazione e sulla storia dei fumetti ricco di aneddotica, con tanto di glossario in appendice.

lunedì 18 dicembre 2017

Intervista a Luca Salvagno

Luca Salvagno è stato gentilissimo e mi ha fornito una documentazione iconografica vastissima, che solo in minima parte sono riuscito a inserire nell’intervista.
Colgo quindi l’occasione per presentare qui sul blog una selezione del materiale che mi ha inviato: