lunedì 20 giugno 2016

Pigs volume 1: Ciao, mondo crudele

Nuovo acquisto col 25% di sconto (è quasi il caso di farci una rubrica su tutti questi recuperi scontati).
Nate Cosby e Ben McCool (McCool?! Sul serio?) imbastiscono un soggetto originale e molto interessante: del personale russo inviato a Cuba durante la crisi dei missili qualcuno è rimasto in loco e ha procreato creando così un piccolo esercito di soldati dormienti pronti a essere attivati per porre fine a una guerra conclusa da cinquant’anni – senza nemmeno essere mai scoppiata, a dire il vero.
Il fascino di Pigs risiede purtroppo quasi interamente in questo assunto di base: la storia si dipana con eccessiva rapidità, i protagonisti sono troppi per essere ben caratterizzati, l’addestramento iperbolico dei ragazzi risulta eccessivo per quanto sicuramente frutto di documentazione, molte scene sembrano più adatte a essere trasposte in un film o in una serie televisiva piuttosto che in un fumetto (vedi la sequenza del pianoforte) e il cliffhanger finale mi ha fatto balenare il dubbio che la Panini abbia giocato sporco e abbia spezzato a metà il volume originale. La tensione resta alta per tutti e quattro i capitoli ma non conducendo ad alcun risultato concreto risulta frustrante per il lettore.
Graficamente, inoltre, Pigs è ben poca cosa. Breno Tamura è un esordiente e si vede: anatomie e proporzioni sono campate in aria, il tratto è insicuro e usa i retini senza alcun criterio. Ciò non toglie che un domani possa diventare un maestro della Nona Arte, ma la strada sembra ancora lunga.
Alla fine per apprezzare l’originalità di Pigs bastavano le righe di presentazione su Anteprima, che a suo tempo mi avevano quasi spinto a ordinarlo. Sempre meglio aver buttato via 9,75 euro ulteriormente scontati col resto degli acquisti piuttosto che i 13 euro che costava in origine.

1 commento:

  1. Non ci crederai, ma abbiamo pescato Breno praticamente nel prologo di un albo di Mister No perchè se ne stava a bere birra sgasata nel porto di Manaus mentre attraccava un cargo battente bandiera liberiana. Breno stava schizzando su di una corteccia la storia di un mangaka a la Hokusai che entrava in un ristorante giappo ed ordinava carne di maiale che era in realtà un vecchio mangaka bollito. Nate, Ben ed il sottoscritto - eravamo a caccia di nuovi talenti x la Image e fino a quel momento il ns carniere era vuoto - abbiamo guardato al suo tratto grezzo - uno zinzino Sean Phillips, o se vuoi Werther Dell'Edera , uno zinzino Jock - ed abbiamo deciso che esistevano margini per il miglioramento e che se ci avessimo lavorato sopra e piazzato retini cool qui e là potevamo far crescere un probabile maestro della Nona Arte. Siamo andati quindi in un ristorante giappo che conosceva Breno ed abbiamo mangiato del maiale in agrodolce davvero saporito e poi lo abbiamo imbarcato su di un cargo come merce deperibile ed ora è nelle segrete di La Jolla e gli diamo del riso e del farro ed in cambio pretendiamo solo venti tavolette al mese da qui al giorno del giudizio. Olè.

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