mercoledì 22 giugno 2016

I Mondi di Thorgal

Finito di leggere Rosso come il Raheborg, sesto volume Panini dei Mondi di Thorgal e terzo dedicato a Kriss di Valnor, ho riflettuto un po’ sull’operazione “I Mondi di Thorgal”. E francamente dopo 12 volumi (ogni 100% Panini raccoglie due albi originali) mi sembra che alla fine sia stata un po’ un’occasione sprecata. Non che i fumetti siano brutti, ma non sono nemmeno eccellenti come era lecito aspettarsi da spin-off di una serie importante come Thorgal e dai nomi degli autori coinvolti.
Kriss di Valnor comincia in maniera intrigante, pur se Yves Sente ci tiene a far vedere che ha fatto bene i compiti e che si è studiato gli episodi di Thorgal a cui rimanda pesantemente (stesso difetto, ammesso che sia un difetto, che ho riscontrato in Van Hamme quando ha ripreso Blake & Mortimer). Negli ultimi episodi la storia compie una brusca sterzata, forse per collegarsi a quanto succede nella serie titolare anch’essa gestita da Sente, e il quinto capitolo (primo del numero 3 della Panini) è praticamente una lunga ed estenuante battaglia. De Vita si presenta con uno stile più sporco e immediato senza le leziosità che lo caratterizzavano prima. Io lo apprezzo di più in questa versione senza troppi fronzoli (ma le donne sembrano sempre delle bambine anche quando non lo sono) però con l’avanzare degli episodi non appena l’inquadratura si allontana dai primi piani le sue vignette sembrano quasi tirate via.
Il nuovo ciclo a opera di Dorison e Mathieu Mariolle, che esordisce nel numero 6 dei Mondi di Thorgal, sembra promettere bene: approfittando della parziale tabula rasa fatta da Sente nell’ultimo episodio della sua gestione i due sceneggiatori hanno imbastito una loro versione del Villaggio dei Dannati che pur non essendo originale (vedi nella stessa saga di Thorgal l’episodio Alinoë) si legge con piacere. Il bravo Surzhenko, però, forse oberato di lavoro o forse “invitato” a emulare di più lo stile di Rosinski, perde un po’ del suo mordente e in alcune inquadrature presenta delle anatomie sballate.
Lupa è una simpatica storia fantasy, che Yann sembra aver scritto senza molta convinzione e con ancor meno attenzione: posso capire che nell’episodio La Mano Mozzata del Dio Tyr ci fosse un gioco di parole francese intraducibile, ma il potentissimo Mago fa veramente la figura dell’idiota a confondere una mano destra con una mano sinistra! Anche la pubertà prematura di Lupa non mi ha convinto. In questa serie più che altrove si è inoltre sentito il ritmo spezzato imposto dalla programmazione Panini per cui cicli che in origine durano tre volumi qui li vediamo in blocchi da due, così da avere un cliffhanger al termine del primo numero, due storie distinte nel secondo e la conclusione del secondo ciclo di tre nel terzo (quando uscirà).
La Giovinezza di Thorgal, affidata all’onnipresente Surzhenko, pur sempre scritta da Yann convince di più (citazioni fuori luogo di Turing a parte) e fa respirare le atmosfere magiche e spensierate dei primi episodi di Thorgal. Purtroppo è la serie meno incisiva visto che narrando fatti accaduti in precedenza non ha alcun influsso (almeno apparentemente) sul quadro generale che si sta delineando nell’universo di Thorgal.
A tal proposito, sicuramente il fatto che molti elementi siano collegati è un valore aggiunto per la saga nel suo complesso ma con ritmi di pubblicazione che in Italia possono durare anni tra un volume e l’altro (visto che dobbiamo attendere l’uscita di due volumi per volta) seguire la vicenda diventa un po’ difficile – per la cronaca, c’è un episodio di Lupa che attende ancora di essere tradotto e due della Jeunesse in attesa (il quarto è uscito da poco in Francia). E il numero 35 di Thorgal credo che ormai lo stiamo aspettando da tre anni…
In definitiva l’operazione “I Mondi di Thorgal” è tutto sommato riuscita e offre delle letture buone; secondo me, però, non proprio all’altezza delle aspettative. Forse se la Lombard non avesse spremuto così tanto i disegnatori i risultati grafici degli ultimi cicli sarebbero stati migliori (Surzhenko ha disegnato più di dieci volumi in cinque anni!).

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