sabato 6 febbraio 2016

Ultimate Comics: Spiderman 36 - Ultimate End 1

Come coda a quanto scritto finora sulle miniserie legate all’eventone Secret Wars parlo un attimo di Ultimate End – nel frattempo ho letto anche il secondo numero di Planet Hulk che ha confermato le mie impressioni positive pur presentando episodi fisiologicamente interlocutori. Io sono sempre stato affezionato all’universo Ultimate, o almeno ad alcune sue parti (ho letto solo incidentalmente gli X-Men e l’Uomo Ragno in questa versione): sarà perché l’impatto degli splendidi Ultimates di Millar e Hitch è stato enorme, sarà perché non avendo la zavorra di tutta la continuity dell’universo Marvel classico era più facile da avvicinare, sarà perché nell’ultimo periodo era evidente che fosse stato abbandonato a se stesso e nonostante le buone idee del rilancio targato “Ultimate Comics” nessuno se lo filava.
Ciò detto, e considerando che quanto scrivo è filtrato appunto da un certo affetto per questo universo che (pare) dovrebbe morire sul serio, non mi è dispiaciuto questo primo assaggio di Ultimate End, in cui un mix di personaggi provenienti dai due universi (simpatica l’idea di mantenere il diverso lettering a seconda del mondo di appartenenza degli eroi – quelli Ultimate “parlano” in corsivo) provano a cercare un modo per chiudere la faglia che pensano essere alla base della collisione degli universi. Il guaio è che Dio Destino se ne accorge e comincia a comminare severe punizioni per mano dei suoi Thor-poliziotti. L’entrata in scena di due Hulk in lotta potrebbe rappresentare un buon diversivo visto che il loro scontro prelude a un’evasione di massa dal Raft. Anche se a quanto pare sarà il Punitore Ultimate ad avere un ruolo fondamentale in questa storia.
Essendoci Brian Michael Bendis ai testi la storia si dipana molto lentamente e si sfilaccia in vari rivoli con scenette concluse in sé non sempre indispensabili all’economia della storia ma occasionalmente utili ad approfondire certi aspetti della storia o le motivazioni dei personaggi e comunque scritte bene, meglio di quanto abbia fatto in Vecchio Logan.
Mark Bagley disegna meglio di quanto ricordassi, anche se nel primo capitolo fa una figura migliore rispetto al secondo (gli occhioni sproporzionati di Gwen Stacy…), probabilmente grazie a un inchiostratore bravo – Scott Hannah viene indicato anch’egli come “disegnatore” ma immagino che si siano sbagliati e Hannah ha fatto solo da inchiostratore. Anche Cristiano Grassi ha preso un granchio: la miniserie Spider-men era stata disegnata da Sara Pichelli e non da Mark Bagley come riportato nelle note finali. E francamente non mi sembra che l’incontro tra Gwen Stacy e zia May Ultimate con Peter Parker classico necessiti di tutto il costrutto concettuale che elabora Grassi per spiegare i loro dialoghi.

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