mercoledì 30 luglio 2014

Fumettisti d'invenzione! - 83



Mi permetto di integrare il divertente e interessantissimo volume di Alfredo Castelli con altri “fumettisti d’invenzione” e simili.
In grassetto le categorie in cui ho inserito la singola segnalazione e la pagina di riferimento del testo originale.

Ultima incursione monografica, almeno per il momento, nel variegato mondo dei Fumettisti d’Invenzione Disney. Dopo aver trattato dei fumettisti propriamente detti e degli pseudofumetti collezionati dei personaggi Disney, vediamo adesso alcuni casi in cui i protagonisti non sono fumettisti ma in cui dei fumetti (reali o di fantasia) hanno un ruolo rilevante, portando talvolta i personaggi a compiere azioni particolari:

Fuori tema: fumettisti non d’invenzione: citazioni, caricature, camei; fumetti biografici; metafumetti e autoreferenzialità; parodie
METAFUMETTI E AUTOREFERENZIALITA’ (pag. 64)

SUPER DONALD (PAPERINO NUOVO EROE)
(Stati Uniti 1982, in Topolino, © Disney, umorismo)
Greg Crosby (T), Tony [Anthony Joseph] Strobl (D)

Storia realizzata negli Stati Uniti per il mercato estero evidentemente all’oscuro dell’esistenza del nostrano Paperinik: Paperino prende spunto dai fumetti (di cui in questa storia è un avido lettore) per intraprendere la carriera di supereroe. Ingenuo e imbranato com’è finirà per causare guai che lo condurranno sulla soglia delle conseguenze giudiziarie.

Pseudofumetti: Paperino legge dei generici fumetti di supereroi: se non fosse sufficientemente chiaro, nelle poche copertine visibili si legge appunto «Super Eroi»!

Fuori tema: fumettisti non d’invenzione: citazioni, caricature, camei; fumetti biografici; metafumetti e autoreferenzialità; parodie
CITAZIONI, CARICATURE, CAMEI (pag. 61)

PAPERINO E L’INCREDIBILE PAPERHULK
(Italia 1992, in Topolino, © Disney, umorismo)
François Corteggiani (T), Alberto Lavoradori (D)

Ossessionato dal timore di diventare una furia quando perde le staffe, Paperino si dedica allo yoga e ad altre attività rilassanti ma viene puntualmente interrotto e si innervosisce ancora di più. Qui, Quo e Qua scoprono che la causa delle paure dello zio è la lettura dei fumetti di Hulk (proprio il personaggio Marvel di Lee e Kirby, quando la recente acquisizione era ancora di là da venire) e decidono di fargliele passare con una terapia d’urto...

Fuori tema: fumettisti non d’invenzione: citazioni, caricature, camei; fumetti biografici; metafumetti e autoreferenzialità; parodie
PARODIE (pag. 67)

PAPERINO ASPIRANTE SUPEREROE
(Italia 1981, in Topolino, © Disney, umorismo)
Carlo Chendi (T), Giorgio Cavazzano (D)

Prendendo spunto dalla lettura dei fumetti di Qui, Quo e Qua, Paperino si improvvisa supereroe con esiti imbarazzanti. Ma alla fine le sue “doti” gli varranno comunque una vantaggiosa proposta da parte di Zio Paperone.
Il soggetto di questa storia venne elaborato già nel 1965 ma rifiutato a causa delle somiglianze con una storia di Carl Barks (Super Snooper del 1949, pubblicata in Italia come Paperino e il Superdinamo). Nel frattempo gli autori Disney italiani avevano elaborato l’identità segreta di Paperinik, e ciò offre lo spunto per qualche citazione in questa storia.

Pseudofumetti: Gatman e Superpap, parodie di Batman e Superman. Nell’universo supereroistico elaborato da Chendi convivono personaggi ispirati a entrambi gli universi Marvel e DC: in una lunga storia Lux Luthor ha rapito sia Gatman & Bobin, Superpap e Freccia Verdolina che Bulk e Paper Ragno.

lunedì 28 luglio 2014

Fumettisti d'invenzione! - 82



Mi permetto di integrare il divertente e interessantissimo volume di Alfredo Castelli con altri “fumettisti d’invenzione” e simili.
In grassetto le categorie in cui ho inserito la singola segnalazione e la pagina di riferimento del testo originale.

Continua la ricognizione dei Fumettisti d’Invenzione che si possono rinvenire nella produzione disneyana. Nello specifico, in questa puntata mi occuperò non tanto di fumettisti veri e propri ma degli pseudofumetti, in particolar modo delle collezioni a fumetti dei personaggi Disney.

Fuori tema: fumettisti non d’invenzione: citazioni, caricature, camei; fumetti biografici; metafumetti e autoreferenzialità; parodie
METAFUMETTI E AUTOREFERENZIALITA’ (pag. 64)

THE DONATION (PAPERINO E LA SUPER COLLEZIONE)
(Stati Uniti 1983, in Topolino, © Disney, comico)
Ed [Edward C.] Nofziger (T), Tony [Anthony Joseph] Strobl e Steve Steere (D)

Paperino e Gastone sono impegnati da anni in una gara a chi ha la collezione più completa di Captain Duck (Capitan Papero nella versione italiana). L’unica copia rimasta del primo numero è in possesso di Zio Paperone...

Pseudofumetti: Captain Duck. Da notare che Paperino e Gastone valutano la qualità delle loro collezioni in base alla loro lunghezza, e a quanto pare un numero di Captain Duck è spesso la bellezza di un pollice, ovvero due centimetri e mezzo.

Fuori tema: fumettisti non d’invenzione: citazioni, caricature, camei; fumetti biografici; metafumetti e autoreferenzialità; parodie
PARODIE (pag. 67)

SUPERPIPPO E IL FURTO DI TOPOLINIA
(Italia 2000, in Topolino, © Disney, umorismo, parodia, fantascienza)
Stefano Ambrosio (T), Marco Palazzi (D)

Di ritorno da un viaggio nel deserto Superpippo trova un cratere al posto di Topolinia: la città è stata “rubata” insieme a molte altre da un alieno potentissimo e complessato. Con l’aiuto degli altri alieni prigionieri Superpippo riesce a trovare e ad affrontare il Rapitore di Mondi, che converte alla più sana passione dei fumetti.
Pseudofumetti: le uniche riviste di cui viene mostrata una copertina sono Super Comics e Comix Adventure, ma nella storia c’è un profluvio di citazioni, principalmente omaggi all’universo supereroistico: Esploratori dello Spazio Tempo, Eroi e Cannoni, Racconti improbabili del Mistero, Stupend-man... Vengono però citati anche i fumetti Speed Saetta e Risk Gordon.

Fuori tema: fumettisti non d’invenzione: citazioni, caricature, camei; fumetti biografici; metafumetti e autoreferenzialità; parodie
CITAZIONI, CARICATURE, CAMEI (pag. 61)

THE MAGIC MYSTERY (TOPOLINO E IL MISTERO A FUMETTI)
(Stati Uniti 1980, in Mickey Mouse, © Disney, giallo)
Autore non identificato (T), Paul Murray (D)

Topolino e Pippo aiutano un prestigiatore a cui è stato rubato un preziosissimo attrezzo di scena. Per eseguire il colpo il malfattore ha seguito passo dopo passo una tecnica impiegata in uno dei fumetti del Tenente Fumble, ma Pippo ne possiede tutta la collezione e quindi riesce a prevedere le sue mosse.
Pseudofumetto: Detective Fumble, che con ogni probabilità è un fumetto solo nella versione italiana: quando i personaggi leggono le sue storie si vedono delle righe di testo e non delle vignette!

sabato 26 luglio 2014

Cosmo Color 11 - Australia DownUnder 2: Polvere di Sogno

Sempre più entusiasmante questo Down Under/Australia! Ian & co. continuano la loro fuga e arrivano nei pressi di una cittadina mineraria dove vengono ingaggiati per una missione di recupero.
Che sia un western (come ribadito nella presentazione) è fuori discussione, ma questo secondo me avrebbe potuto essere un limite, non un pregio. Leggere per l’ennesima volta di vendette, eroi tutti d’un pezzo, proprietari terrieri senza scrupoli, indiani/aborigeni buoni e innocenti fino al ridicolo poteva annoiare dopo il primo impatto “esotico”, ma Nathalie Sergeef è riuscita a superare i cliché grazie alla scrupolosa documentazione e alla relativa originalità delle situazioni e dei personaggi che ha creato – dei cammellieri australiani avevo effettivamente già letto da qualche parte, forse proprio nel precedente episodio di Australia. Molto interessante, poi, il controcanto alla storia principale dato dall’educazione spirituale del ragazzino bianco.
E poi c’è il fenomenale Fabio Pezzi ai disegni, bravissimo e disegnare anche paesaggi e animali.
Unici difetti di questo volume (che sancisce l’aumento di prezzo a “ben” 3,90€, sempre regalato): la stampa non è ottima, anzi in alcune tavole non è nemmeno buona, e il cliffhanger finale fa venire ancora più voglia di leggere il seguito, che come scritto nella presentazione non vedremo tanto presto essendo ancora in corso di realizzazione in Francia.

venerdì 25 luglio 2014

Fumettisti d'invenzione! - 81



Mi permetto di integrare il divertente e interessantissimo volume di Alfredo Castelli con altri “fumettisti d’invenzione” e simili.
In grassetto le categorie in cui ho inserito la singola segnalazione e la pagina di riferimento del testo originale.

Continua la ricognizione dei Fumettisti d’Invenzione di cui possiamo trovare traccia nella produzione Disney. Questa oltretutto è una puntata monografica all’interno di una serie di puntate monografiche... era da circa 80 post che non ne facevo una interamente dedicata a un personaggio o a una storia.
Fethry Duck (il nostro Paperoga) è il cugino hippy di Paperino. Creato nel 1964 dagli statunitensi Dick Kinney e Al Hubbard, gode di grandissima popolarità in Brasile, dove è conosciuto come Peninha e gli è stata anche dedicata una testata.
Come nel caso di altri personaggi di successo, gli autori hanno dovuto diversificarne le apparizioni trovandogli nuovi ruoli per non incorrere in cliché e ripetizioni che a causa della sovraesposizione sarebbero stati inevitabili. In Brasile esistono quindi, tra gli altri, un Paperoga reporter, un Paperoga supereroe (entrambi arrivati anche in Italia) e tutta una serie di parodie in cui Peninha reinterpreta i più vari personaggi storici e letterari.
All’interno del primo di questi spin-off esiste un’ulteriore variazione sul tema che vede Paperoga nelle vesti di fumettista. E all’interno di questa ulteriore nicchia nella nicchia si possono individuare tre filoni distinti: Paperoga scrive e disegna fumetti horror, Paperoga crea con Paperino una parodia del genere western (Pena Kid) e Paperoga realizza una parodia di Tarzan: Pena das Selvas.
(dalle mie letture di Mister No pensavo che "puxa" fosse un'esclamazione pesantina)
Questo filone del Paperoga fumettista subirà un’evoluzione per cui le storie non saranno più finzioni di secondo livello e i loro protagonisti entreranno nel non-canone disneyano senza la mediazione di Paperoga al tavolo da disegno. Nel caso di Pena das Selvas in Italia non ci sarà traccia della sua ideazione originaria perché della saga sono stati pubblicati al momento solo gli episodi senza l’elemento metafumettistico.

O BARÃO, O PORÃO E A ASSOMBRAÇÃO
(Brasile 1974, in Mickey, © Disney, umorismo, parodia)
Ivan Saidenberg (T), Carlos Edgard Herrero (D)

Zio Paperone ricorda a Paperoga che deve realizzare la pagina a fumetti per il suo giornale (tutte le storie di Paperoga fumettista sono però successive a questa... errore nella pubblicazione o esiste materiale precedente?) proprio mentre Paperoga era impeganto nella scrittura del suo romanzo horror.
In assenza di spunti creativi Paperoga ricicla il soggetto del suo romanzo che è destinato a rimanere incompiuto, ottenendo l’insperato plauso di un critico d’arte in visita al giornale.
Questa storia è inedita in Italia, dove invece è comparso il suo seguito Assombração Do Porão Do Barão (da noi Chi ha paura dei Fantasmi – Paperoga e il Fumetto Fantasmatico su Mega 439 del 1993). La seconda storia, realizzata nel 1980, è sempre scritta da Saidenberg e disegnata da Ireneu Soares Rodrigues e Verci Rodrigues de Mello.


QUADRINHOS E ADIVINHOS (PAPEROGA E GLI OROSCOPI A FUMETTI)
(Brasile 1974, in O Pato Donald, © Disney, umorismo)
Ivan Saidenberg (T), Carlos Edgard Herrero (D)

L’astrologo del giornale di Zio Paperone se ne va sbattendo la porta dalla redazione una volta che gli viene rifiutato l’aumento. Per nulla preoccupato dall’accaduto, Zio Paperone affida a Paperino e Paperoga il compito di ideare un fumetto con cui sostituire gli oroscopi, ma prima ancora che veda la luce i lettori insorgono perché rivogliono la pagina con l’oroscopo. Alla fine questa viene affidata a Paperoga, visto che ha dimostrato di avere un metodo per prevedere gli incidenti; Zio Paperone avanza anche l’ipotesi di fare degli oroscopi a fumetti, che però non vedranno la luce.

Pseudofumetti: Paperino propone l’idea del personaggio Pena Kid (Paper Kid in italiano) mentre Paperoga pensa al supereroe Super Quack, che ha una curiosa caratteristica: non appena Paperoga comincia a spiegarne i poteri, attivati dal grido «Uack!», succede un incidente!

La storia Quadrinhos e Adivinhos è quindi solo la prova generale della saga di Pena Kid, che comincia ufficialmente con:

UMA MISSÃO ESPINHOSA (IL PRODE PAPER KID – LA SPINOSA MISSIONE)
(Brasile 1974, in Zé Carioca, © Disney, parodia)
Ivan Saidenberg (T), Carlos Edgard Herrero (D)

Paperoga è al lavoro sul fumetto di Pena Kid, che tiene col fiato sospeso tutti gli abitanti di Paperopoli, ma le ingerenze di Zio Paperone sul lavoro del nipote, di cui non è soddisfatto, lo portano a una crisi creativa.
I numerosi cliffhanger con cui Paperoga condirà la storia (in realtà frutto della sua indecisione) renderanno Pena Kid ancora più popolare.

Di Pena Kid seguiranno ancora molti altri episodi metafumettistici prima della conversione a semplice personaggio inserito nel “non-canone” disneyano. Segnalo qui di seguito quelli più rilevanti dal punto di vista dei Fumettisti d’Invenzione, sempre realizzati dalla coppia Saidenberg-Herrero:

Pena Kid e Xaxam (O Pato Donald 1190, 1974), in Italia Superlavoro per Superfumettisti (Mega 429, 1992): Paperino riprende in mano il personaggio di cui era stato il creatore originario collaborando alla nuova sceneggiatura. In questo episodio ci sono caricature di vari autori Disney brasiliani: Kato, Igayara, Guilherme, da Gama, Ocatviano e gli stessi Saidenberg e Herrero.

Pena Kid ataca novamente (Zé Carioca 1191, 1974): altre caricature di autori, limitate stavolta a Waldyr Igayara, Izomar Guilherme e Basilio da Gama.

Duelo Ao Pôr Do Sol (O Pato Donald 1226, 1975), in Italia Paper Kid e Rosmarino – Il Duello al Tramonto (Mega 458, 1995): una sola caricatura stavolta, dedicata a Guilherme.

O Disfarce mas rápido do Oeste (O Pato Donald 1268, 1976): caricatura di Waldyr Igayara.

Sempre cabe mais um... (O Pato Donald 1278, 1976): caricature di molti autori brasiliani.

Pena Kid X Joe Mancha (O Pato Donald 1280, 1976): Paperoga realizza una storia incentrata sullo scontro di Pena Kid contro Macchia Nera “ispirato” dal fatto di aver versato l’inchiostro sulle pagine su cui quel taccagno di Zio Paperone lesina. Soddisfatto del risultato, Paperone dovrà però reinvestire in china i soldi risparmiati coi fogli riciclati.

O Norte contra o Sul (O Pato Donald 1290, 1976): altre caricature di fumettisti brasiliani.

Per quel che riguarda Penas das Selvas, dovrebbero esistere solo tre episodi nella sua corposa bibliografia in cui è presente l’elemento metanarrativo di Paperoga fumettista: Pena das Selvas su Edição Extra Peninha 87 (1978), Perigos da Selva su Edição Extra Peninha 94 (1979) e O Pena das Selvas ataca novamente su O Pato Donald 1536 (1981). Lo sceneggiatore di queste storie dovrebbe essere il “solito” Ivan Saidenberg ma l’attribuzione pare non essere certa, ai disegni ha almeno collaborato Irineu Soares Rodrigues.

Segnalo infine una storia che non rientra in nessuno dei filoni trattati sopra, e il cui assunto di partenza (Paperino supereroe) non dovrebbe aver avuto seguito:

XAXAM, O INVENCÍVEL
(Brasile 1976, in Almanaque Disney, © Disney, parodia)
Ivan Saidenberg (T), Kimura [?] (D)

Paperoga disegna le disavventure di Paperino, che piccato gli impone di fare una storia a fumetti in cui lui è un supereroe.

mercoledì 23 luglio 2014

Fumettisti d'invenzione! - 80



Mi permetto di integrare il divertente e interessantissimo volume di Alfredo Castelli con altri “fumettisti d’invenzione” e simili.
In grassetto le categorie in cui ho inserito la singola segnalazione e la pagina di riferimento del testo originale.

Con questo post inizio una breve sequenza di puntate monografiche interamente dedicate ai fumetti Disney, non contemplati nel volume di Castelli probabilmente a causa della produzione sterminata che li caratterizza.
A causa del “non-canone” disneyano, per cui autori di latitudini ed epoche (o anche solo di gusti) differenti interpretano in maniera diversa gli stessi personaggi, potrà capitare più di una incongruenza nelle prossime segnalazioni: ad esempio se in una storia Paperino disprezza i fumetti, in un’altra potrebbe esserne un accanito lettore e collezionista, e allo stesso modo quando si metterà a realizzarne in prima persona potrebbe rivelarsi un valido artista così come un totale incapace.
Ritengo che i personaggi Disney siano troppo famosi per necessitare di una voce che precisi chi siano Mickey Mouse, Donald Duck e compagnia, quindi inserirò solo i riferimenti alle specifiche storie – unica eccezione, il post che dedicherò a Fethry Duck/Paperoga/Peninha.
Poiché quelle che ho trovato finora sono solo la proverbiale punta dell’iceberg (alcune storie pertinenti le ho già individuate ma devo procurarmele), ogni integrazione sarà molto gradita.

CARTOONIST COME COPROTAGONISTA OCCASIONALE – FUMETTI SERIALI (pag. 28)

ZIO PAPERONE E IL FUMETTO PERFETTO
(Italia 1980, in Topolino, © Disney, comico)
Giorgio Pezzin (T), Sandro Zemolin (D)

Per ottenere il monopolio dell’industria libraria Rockerduck ha rapito tutti i fumettisti di Paperopoli e li fa lavorare in condizioni estenuanti facendoli produrre una marea di giornaletti con cui ha invaso il mercato e affossato la divisione editoriale di Paperone. Per reagire allo smacco e nell’impossibilità di usufruire dei servigi di veri professionisti, il vecchio papero si inventa un fumetto ispirato alle sue imprese di cercatore d’oro nel Klondike, quando affrontava con astuzia Slim Rockerpaper e i suoi scagnozzi, che hanno le fattezze dei Bassotti.

Mentre Paperone racconta la prima storia Paperino ne disegna la versione a fumetti in tempo reale (!) e una volta distribuita nelle edicole ottiene un successo strepitoso tale da riportare Paperone in cima alla classifica di giornali e fumetti. Non tutto è bene quel che finisce bene: per mantenere la leadership del settore Paperino dovrà disegnare un albo completo a settimana per i prossimi cinquant’anni!

Pseudofumetti: all’inizio della vicenda Rockerduck pubblica con enorme successo Brutox, SuperPaper e Bufo Robot. Tra i fumettisti schiavizzati ci sono Joe Lapis, Tony Biro (un Charles Biro fumettista è realmente esistito), John Pennell e Jean Vignett.
Ignoro se il fumetto ideato da Paperone, che viene presentato nella sua interezza, sia stato creato ad hoc o sia una ristampa di materiale precedente ma propendo per la prima ipotesi.

CARTOONIST COME COPROTAGONISTA OCCASIONALE – FUMETTI SERIALI (pag. 28)

TOPOLINO E IL PERSONAGGIO VINCENTE
(Italia 1990, in Topolino, © Disney, giallo)
Carlo Panaro (T), Sergio Asteriti (D)

Topolino ospita l’imbranato Teo Taker, fumettista male in arnese che cerca in lui ispirazione per un personaggio più moderno che gli permetta di intercettare il gusto dei lettori e l’interesse degli editori. Teo si troverà involontariamente coinvolto in una indagine di Topolino a causa di un suo disegno misteriosamente animato.


Pseudofumetti: Teo immagina alcuni progetti ispirati a Topolino: Speciale Polizia e Tenente Piccione. All’inizio della storia lo vediamo sottoporre all’attenzione dell’editore Books della Supercomics alcune tavole dell’orso Benny. Visto il finale metanarrativo anche la stessa storia Topolino e il personaggio vincente potrebbe essere una sua creazione.

CARTOONIST COME COPROTAGONISTA OCCASIONALE – FUMETTI SERIALI (pag. 28)

THE COMIC BOOK CROOKS (SUPER PIPPO E I FALSIFICATORI DI FUMETTI)
(Stati Uniti 1973, in The Beagle Boys, © Disney, parodia, avventura)
Mark Evanier (T), Kay [Karran Eccles] Wright


Pippo scopre con sgomento che i fumetti che lo ritraggono nelle vesti di Super Pippo hanno subito un drastico cambiamento di rotta: adesso il suo alter ego non è più un vincente ma viene regolarmente sconfitto e sbeffeggiato dai Bassotti. Si tratta di un piano dei “veri” Bassotti che per screditare Super Pippo hanno sostituito le vere tirature del giornalino (e quelle di altre testate Disney) con altre stampate personalmente da loro sulla base dei fumetti realizzati dal laido Doodler, che offre ai Bassotti uno spunto per una rapina che sarà alla base del fallimento dei loro piani.

Pseudofumetti: oltre ai fumetti di Super Pippo veri e contraffatti, lo sceneggiatore poco dotato Shmidlap propone al suo editore un «Ralph the Seasick Porcupine» per risollevare le sorti della casa editrice.

CARTOONIST COME PROTAGONISTA – SERIE (pag. 19)

PAPERINO E SUPERDUCK IL RIEQUILIBRATORE
(Italia 2000, in Topolino, © Disney, parodia)
Rudy [Rodolfo] Salvagnini (T), Marco Gervasio (D)

Attirato dall’incredibile successo che ha arriso al fumettista Pencil Pen, ricco sfondato grazie al suo personaggio Potent-Man, Paperino si improvvisa autore di fumetti con esiti catastrofici.

Pseudofumetti: il fumetto Superduck scritto e disegnato da Paperino, dallo spunto piuttosto originale (il protagonista è un superpapero che aiuta gli sfortunati riequilibrando l’universo, e che arriva addirittura a sfidare la dea Fortuna) ma disegnato in maniera inqualificabile. Viene pubblicato in 100.000 copie invendibili da un editore truffaldino.
La casa editrice di Potent-Man pubblica anche Capitan Papero.

lunedì 21 luglio 2014

InkStory Horror 1



Incredibile come solo a Turriaco riesco a trovare certe cose. Nella stessa edicola in cui compro Il Morto (quando lo trovo) ho adocchiato un tascabile che per formato e grafica sembrava più un romanzo in paperback che non un fumetto, e invece è una raccolta di short stories a fumetti.
InkStory Horror è prodotto dalla stessa casa editrice, la Menhir, e coordinato dallo stesso staff de Il Morto ed è un’operazione piuttosto originale. Dieci racconti dell’orrore e del fantastico vengono trasposti in altrettanti fumetti di 24 tavole l’uno, con una pagina di raccordo tra l’uno e l’altro a mo’ di vecchie presentazioni delle riviste della EC Comics.
Il bello di operazioni del genere è che essendo un’opera collettiva ci si può soffermare sui risultati migliori glissando sugli esiti meno felici, evitando quindi di passare per degli orchi che godono nel frustrare le aspirazioni di giovani autori. In realtà in questo primo InkStory Horror non serve ricorrere a questa strategia, perché l’unico disegnatore veramente ancora molto acerbo è Rino Aiello, autore della prima trasposizione. Gli altri li ho trovati tutti a un livello almeno dignitoso, con delle inaspettate punte di eccellenza – nell’editoriale viene infatti spiegato che questa prima uscita vede all’opera contemporaneamente esordienti e autori più esperti, oltre ad altri soggetti provenienti da settori contigui al fumetto.
Per quel che riguarda i testi sarebbe facile dire che i risultati sono stati buoni perché la base di partenza erano racconti già rodati di autori classici, e in parte è anche vero, ma il materiale originale andava comunque adattato al linguaggio del fumetto e gli sceneggiatori (principalmente il Ruvo Giovacca de Il Morto) sono riusciti a farlo con grande naturalezza e donando il giusto ritmo alle storie, senza scadere nel pesante didascalismo che operazioni del genere rischiano sempre, o senza che i dialoghi sembrassero artefatti. Ho gradito il fatto che di alcuni racconti si sia italianizzata l’ambientazione.
Promossi senza bisogno di ulteriori commenti i testi, vediamo come sono i disegni di queste storie, saltando a piè pari Aniello che non escludo ovviamente possa diventare un buon disegnatore con esercizio e applicazione.
Una Voce nella Notte è illustrata da un Mirko Andreoli che grida da ogni vignetta la sua ammirazione per Corrado Roi. Il suo lavoro è però caratterizzato anche da un altro aspetto, ovvero la ricerca sui materiali e le tecniche di disegno che lo portano a sperimentazioni che mi hanno ricordato Alberto Breccia. Esagero? Guardate e giudicate da voi:

se il computer ha avuto un qualche ruolo nella realizzazione di queste tavole (miracolosamente graziate dalla stampa e dalla carta del volumetto) non l’ho notato, della qual cosa ringrazio sentitamente Andreoli.
Filippo Argenton disegna con una cura maniacale per posture ed espressioni Ritorno dal Passato: mi pare quasi di vederlo mentre fa le smorfie davanti allo specchio per cogliere la giusta inclinazione di labbra e sopracciglia. Purtroppo le sue tavole non sono state inchiostrate ma sono rimaste a matita, lasciando intravedere i punti di fuga che partono dall’orizzonte e le varie prove per quelli che poi sarebbero diventati i tratti definitivi (il formato ridotto non è una scusa per non fare un lavoro di fino, almeno non per Argenton). Peccato, forse si è voluto con questa scelta evitare di “imbalsamare” i disegni col ripasso a china, ma alla fine si è esagerato dall’altra parte e le tavole sembrano evanescenti.

Forse il Marco Boselli di La Casa Desolata non ha ancora i numeri per poter disegnare un albo bonelliano, ma secondo me gliene mancano proprio pochi.

Molto originale l’Andrea Cantucci de Il Corvo. Trasporre a fumetti una poesia (qui la celebre ode di Poe) di solito è un’impresa destinata al fallimento, ma Cantucci col suo tratto undeground è riuscito a vivacizzare i versi e a costruirci una vera e propria storia. Che poi, “underground” fino a un certo punto visto che se i rimandi a Clay Wilson sono palesi l’uccellaccio è stato reso con grande cura per i dettagli e un certo realismo.

Max Gori in Chiodo fa un lavoro molto più buono rispetto alle paginette di raccordo con cui presenta le singole storie (chissà, forse fatte di corsa all’ultimo minuto e per questo tirare via). Se, come sembra, è partito da fotografie, ha scelto proprio quelle giuste per trovare le espressioni, le inquadrature e le posture più corrette per raccontare questa storia. Una piacevole mezzatinta che la stampa ha salvaguardato nobilita il tutto, e magari è stata funzionale per distogliere l’attenzione del lettore da alcune fisiologiche imprecisioni del tratto.

Il Roberto Lari di Lo Sconosciuto Misterioso è un mostro di bravura. Non solo è bravissimo a disegnare, ma pur nei limiti del formato pocket da 2/3 vignette per pagina riesce a raccontare magistralmente: si veda su tutte la prova che dà a pagina 161. Se per elaborare le sue tavole (in cui sono anche presenti animali e scorci paesaggistici) Lari ha usato fotografie e/o computer non se ne avverte il peso.


A tutt’altra scuola appartiene Fabio Miani, il disegnatore di Una Notte d’Estate: il suo stile si rifà con successo a quello dei tascabili popolari, da cui riprende la chiarezza, la leggibilità e un paio di effetti speciali realizzati al risparmio ma con grande efficacia. Sfogliando il volumetto è uno dei disegnatori che si notano di meno, ma la storia disegnata da lui si legge magnificamente.

Una Notte alla Locanda della Campana è stata disegnata con un tratto molto particolare. Davide Raimondi sembra aver usato delle fotocopie di fotografie o qualche diavoleria informatica per mettere su carta questa storia di fantasmi. Mi ha ricordato un po’ Jean Teulé. Leggersi tutto un volume con questo stile sarebbe tremendo, ma sulla breve distanza funziona bene.

L’Antonio Zuccarello di Male di Luna, curatissimo, mi sembra prendere a modello certe derive un po’ deformed dei comic book statunitensi. Detta così sembrerebbe il disegnatore meno indicato per illustrare un racconto di Luigi Pirandello, e invece funziona benissimo.

Questo InkStory Horror mi è sembrato insomma proprio una bella iniziativa, con buona pace dei refusi che compaiono qua e là. In quarta di copertina già si annuncia il prossimo volume, ufficialmente la testata avrà cadenza semestrale.
Alla suggestiva copertina un inaspettato Manlio Truscia, che io avevo lasciato ai punk satanici delle copertine dell’Intrepido quattordicinale.

sabato 19 luglio 2014

Una vita fa, con quei fumetti lì ecc. ecc.



Mi aggrego ai post di Luigi Bicco e La Firma Cangiante e ne azzardo uno anch’io.

(non ho trovato di meglio su internet)
Euracomix 11 – Yor. Credo di averlo letto alle medie. Un mio amico dell’epoca conosceva un edicolante che gli passava vari fumetti tra cui anche i prestigiosi Euracomix che poi prestava a me. Non ricordo bene ma mi pare che glieli regalasse pure, e forse i primi Euracomix mi sono arrivati proprio così, passati da questo amico che non li voleva più tenere.
All’epoca non potevo ovviamente sapere dei tagli e dei rimaneggiamenti dell’Eura, e anche i colori mi sembravano dignitosi. Per quel che riguarda il fumetto in sé, si trattava di Collins e Zanotto. L’Illuminazione.

L’Eternauta 113. Sarà che nel ricordo ha sancito il mio ingresso al triennio all’Istituto d’Arte, sarà che compravo poco altro dello stesso livello (Comic Art, forse Il Grifo), sarà forse che semplicemente i fumetti erano fantastici, ma questo numero mi diede la netta percezione che la rivista stesse per attraversare il suo periodo migliore, almeno da quando la compravo io, e in effetti sarebbe stato così. Solo in quel numero c’erano Barreiro & Noé, Sicomoro, Corben... ed Eleuteri Serpieri era dietro l’angolo.
Poi sappiamo tutti come andò a finire qualche anno dopo.

Mister No 16: Uno Sporco Affare. Non ricordo come sia finito nelle mie mani. Non è che ne ho un ricordo mitico né accese particolari fervori, anche perché credo che terminasse una storia iniziata nel numero precedente (o quella di questo numero finisse nel successivo) però sicuramente è stato il primo Mister No che ho letto e il protagonista era fantastico. E Donatelli a me piaceva.
E poi c’è Mister No che si fuma uno spinello, con effetti talmente esagerati da diventare ridicoli!

La Poliziotta 56: Il Re della Coca. Non sono sicuro che fosse proprio questo. A differenza degli altri pornetti La Poliziotta era contemporaneamente più fantasioso e morboso, ma soprattutto Angiolini o i suoi epigoni avevano un tratto originale, morbido e per nulla greve nonostante il tenore delle storie raccontate. Resta da capire come diavolo facessi a trovare e leggere pubblicazioni del genere quand’ero bambino o poco più. Forse a casa di parenti? Boh.

Il Mago seconda (?) serie 1. Dalla copertina che ho trovato in rete e che ricordo molto vagamente credo sia questo. Me lo regalò una zia (o me lo regalai da solo fregandoglielo?): ricordo che c’erano le strisce dei Muppets, di Hagar il vichingo (divertentissime!), una storia di Rip Kirby in cui all’inizio spiega al maggiordomo come si appendono i ferri di cavallo e alla fine la coprotagonista si trasforma in una statua d’oro. Dell’avventura di Dick Tracy che campeggia in copertina, però, non ricordo niente: si vede che già da bambino mi stava sulle palle e lo snobbavo.
All’epoca ero troppo piccolo per apprezzare alcuni elementi della rivista come gli articoli che però lessi comunque, e mi infastidì vedere a corredo di un pezzo su Flash Gordon delle vignette coi balloon in inglese che non sapevo leggere! Mi piacerebbe rimetterci le mani sopra, chissà dove diavolo è finito...

Topolino 1424. Dovrebbe essere il primo numero di Topolino che non solo ho letto ma che ho consapevolmente chiesto mi venisse comprato (non ricordo manco una storia, ma la copertina è quella). Da allora ho continuato per dieci anni circa a essere un lettore regolare, anche se ho il vago ricordo che un paio di numeri tra i primi me li sono persi.
E ricordo ancora con terrore l’esperienza dell’abbonamento, con i numeri che mi arrivavano più tardi che in edicola o che non arrivavano affatto – forse nel ricordo la cosa ha assunto contorni più drammatici di quanto realmente furono, ma io la ricordo ancora come una cosa irritante.

domenica 13 luglio 2014

Destino 2099 1: Il Mondo di Destino



Così come capita a due personaggi della storia, anche il lettore si fa un bel viaggetto nel tempo grazie a questo volume. Ah, i comic book degli anni ’90! Le didascalie belle piene per scimmiottare la Vertigo e simulare una qualche profondità di contenuti! Gli eserghi buttati là così, perché fa figo! I disegni fatti alla meno peggio inchiostrati con pesanti passaggi di china a dissimulare gli orrori anatomici, che poi finiscono per risaltare ancora di più! I colori acidissimi (a tal proposito, ottima e coerente la scelta cromatica della copertina)! L’estetica delle spalline e delle cinture puntute!
Ma al di là di questo Il Mondo di Destino è molto, molto di più. Io ho sempre disprezzato la linea 2099: un bel trionfo del “vorrei ma non posso”, cosa comune un po’ a tutti i comic book ma ai miei occhi dell’epoca particolarmente evidente in questa linea futuristica/cyberpunk/alternativa. E così il tanto celebrato Peter David di Hulk era lo stesso che scriveva questo insipido Spider-Man 2099? E  al mondo c’era davvero qualcuno che apprezzava le contorsioni anatomiche di Rick Leonardi? Bah, secondo me quelli non potevano nemmeno allacciare le scarpe ai “miei” Trillo, Wood, Zanotto...
Per allontanarmene senza il minimo desiderio di approfondire mi bastarono i numeri che mi passava occasionalmente un mio amico. Forse anche le recensioni caustiche che leggevo su Cyborg hanno avuto il loro impatto (memorabile quella sul supereroe trash – in senso letterale – Ravage 2099, ideato addirittura dal redivivo Stan Lee). Ma tira più un pelo di Warren Ellis che un carro di buoi e turandomi il naso mi sono rituffato in questo mondo delirante fatto di armature ipertecnologiche tecnicamente impossibili da indossare, di paesi europei che nell’immaginario statunitense sono fermi agli inizi del XX° secolo (e la storia è ambientata nel 2099!) e di scienziate che lavorano in tenute sadomaso.
Per fortuna, come dicevo prima, Il Mondo di Destino è molto più di questo e anche se è lento a carburare l’impronta di Ellis alla fine si percepisce tutta. In sostanza, questo arco narrativo che raccoglie i numeri originali dal 24 al 31 narra delle ragioni e dei metodi con cui il Dottor Destino (quello “classico” piombato nell’universo 2099) si è imposto come il nuovo Presidente/Dittatore dei futuristici Stati Uniti alla deriva tra disparità sociali, inquinamento e lo sciacallaggio delle multinazionali. L’idea di base è senz’altro buona, ma come spesso succede con Ellis più che il soggetto di partenza sono interessanti i dettagli di carattere sociologico e gli splendidi dialoghi.
Il volume si apre con due episodi in cui Warren Ellis viene citato solo come autore dei dialoghi mentre l’incombenza della sceneggiatura grava ancora su John Francis Moore e in effetti il passaggio alla satira, agli aspetti scientifici approfonditi, alle battute ciniche ma credibili e soprattutto a un plot maggiormente concentrato sui concetti che sull’azione sarà graduale, ma alla fine porterà a una spettacolare deflagrazione. È anche vero che fa un certo effetto vedere come uno dei primi cantori della decompressione facesse uso abbondante delle didascalie, ma in quegli anni usava così.
Tra l’altro, dal riassunto posto all’inizio del volume ho avuto l’impressione che anche la gestione dei 23 episodi precedenti non fosse affatto male (per quel che può valere, a suo tempo solo Doom 2099 e X-Men 2099 mi erano sembrati degni di nota) e forse avrebbe anch’essa meritato la ristampa. Meglio così: tutti soldi risparmiati, che di questi tempi...