lunedì 23 giugno 2014

Cosmo Color 10: Juarez

La storia è quella risaputa è già trattata in film, romanzi, servizi televisivi e articoli (alcuni citati nell'introduzione del volume): a Ciudad Juarez, in Messico, scompare un numero impressionante di donne e se vengono ritrovate i segni sui loro cadaveri testimoniano delle orribili torture subite. A Juarez ritorna il giovane Gael per indagare sulla sparizione della sorella Gabriela, trovandosi invischiato in una sordida e intricata storia in cui sono coinvolti anche poliziotti, narcotrafficanti e politici.
Juarez è uno dei titoli migliori proposti dalla Cosmo, la trama procede serrata e coinvolgente (anche grazie a un buon uso dei flashback) e il grandissimo colpo di scena finale riscatta il piccolo cedimento di cattivo gusto di un elemento vagamente sovrannaturale presente nella storia, che non ho molto gradito.
La Sergeef è riuscita a rendere alla perfezione l'ambiente sordido, corrotto e disperato in cui si svolge la vicenda, in cui anche apparenti insospettabili benefattori hanno qualcosa da nascondere.
I disegni sono eccellenti, Corentin Rouge mi ha ricordato Christian Rossi al suo meglio (anche se, a onor del vero, non ricordo di aver mai visto Rossi "al suo peggio"). Rigoroso e realistico ma anche molto espressivo e dinamico. Data l'ambientazione è stato bravissimo a ritrarre così tante donne rendendole distinguibili tra di loro, pur senza mai scadere nella caricatura. Sfortuna vuole che questo numero di Cosmo Color sia stampato un po' meno bene rispetto agli altri. E' anche vero che lo stesso Rouge ci mette del suo disegnando a matita senza ripassare a china (così è inevitabile che alcuni segni risultino meno marcati o tremolanti), ma la canna dell'acqua a pagina 32 si riesce quasi solo a intuire tra i puntini e i tratteggi che la compongono una volta stampata. E chissà che le mutande nere che compaiono a pagina 42 non siano una censura (i danni che può fare una vita di letture di Lanciostory e Skorpio...).
Paranoie a parte, un volume consigliatissimo. Raramente avventura e denuncia riescono a convivere così bene.

4 commenti:

  1. Non l'ho ancora letto. Non ho capito però una cosa: inizialmente ne parlavano come di una serie di più numeri. Invece mi confermi che è una storia autoconclusiva? E nel caso continuo a non capire perché la Cosmo si ostini a mettere il numero uno in alto a destra sulla copertina. Boh.

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    1. Davo per scontato che fosse uno one shot. Comunque, senza spoilerare nulla, ci sarebbe anche materiale per continuare la serie anche se, da quel che vedo su internet, al momento questo primo volume è anche l'unico.
      Il numerino è un po' inutile per le storie autoconclusive ma magari serve alla Cosmo per ragioni amministrative o pratiche, e così un lettore sa subito che quello è il primo numero e può prenderlo senza temere di essersi perso nulla. Anche se poi non uscirà più nulla con gli stessi personaggi...

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    2. Forse confondo con Australia DownUnder, allora. Comunque la storia del numero, non la capisco lo stesso. Probabilmente il lettore sarebbe attirato di più da una scritta tipo "storia completa". Con quel numero 1 sempre presente, come minimo mi aspetto che possa esserci un numero 2. Ma forse sbaglio io, eh.

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    3. In effetti a livello di appetibilità per il potenziale acquirente la tua tesi è più calzante.

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