lunedì 2 luglio 2012

I fumetti "erotici" di Juan Zanotto


Juan Zanotto era il mio idolo. Rispetto a quanto successo ad altri disegnatori argentini, di lui venne pubblicato tutto (e quasi tutto senza censure) da Lanciostory e Skorpio, e qualcosa transitò anche su L’Eternauta. Vista la sua scarsa prolificità, soprattutto alla fine della sua carriera, io non ne avevo mai abbastanza di Zanotto e mi chiedevo se un giorno avrei visto i fantomatici Rick de la Frontera ed El Mundo de el Hombre Rojo che venivano citati nella sua biografia degli Euracomix. Mi sa che non li leggerò mai, anche se qualcosina dello Zanotto western e bellico pre-Yor si trova su internet. E poi c’era il misteriosissimo El Santo de la Espada, citato come libro scritto e non come fumetto e addirittura vincitore di un premio prestigioso. Per la cronaca, è questo malloppone qui.
Oltre a questa produzione primordiale sapevo che Zanotto si dedicava parallelamente all’erotismo e aveva lavorato anche lui come Altuna per l’edizione italiana di Playboy. Anni fa provai anche a chiedere a una fumetteria, il cui titolare collezionava Playboy, di procurarmi le copie della rivista in cui compariva ma non ci fu riscontro. Anzi, mi disse che tanto le sue storie non erano nemmeno granché, a differenza di quelle di Altuna che erano molto divertenti. Roba da bruciarlo in piazza (per il commento su Zanotto più che per l’inefficienza nel trovarmi i Playboy), ma mi misi il cuore in pace.
Qualche anno fa la Lancio cominciò a pubblicare la serie dei Lanciocomix, titolo che omaggiava/parodiava gli Euracomix dell’Eura da cui aveva divorziato qualche tempo prima e finalmente le storie erotiche di Horacio Altuna vennero ristampate e rese nuovamente disponibili. Oggi la collana prosegue (o almeno spero che prosegua) e recentemente ha pubblicato un fumetto inedito veramente ottimo, Cotus & Leon di Gaston e Giordano. All’uscita del numero 5 mi venne un colpo: in copertina campeggiava non solo un bellissimo disegno di Felix Vega ma anche il nome di Zanotto! Finalmente avevo trovato qualcosa di “nuovo” di Zanotto. E per quanto cercassi di negarlo, mi accorsi che forse il tizio della fumetteria un po’ di ragione ce l’aveva...
Ora, va detto che i fumetti brevi erotici per Playboy dovevano rispondere, da quello che ho potuto leggere, a dei canoni molto stretti. Le storie avevano praticamente tutte una durata standard, e anche quelle più lunghe venivano divise in blocchi di 4 tavole. Creare qualcosa di soddisfacente in questo breve spazio poteva essere problematico, e la struttura consolidata era quella della gag finale che giustificasse il profluvio di scopate delle vignette precedenti (il grande Piero Alligo che sceneggiò alcune di queste storie mise praticamente in fumetto delle classiche barzellette salaci).
Inoltre Playboy non è Le Ore e i fumetti non dovevano essere troppo espliciti: addirittura ho notato che una vignetta di Roberto Angelis venne censurata.
Quello che veniva richiesto a questi fumetti era quindi non tanto eccitare il lettore quanto divertirlo e fargli apprezzare l’originalità delle situazioni, evocate più che mostrate.
Con Zanotto questo meccanismo non funziona. Almeno, non del tutto.
Su testi dello sconosciuto Wolfenson (chissà chi era) realizzò alcuni di questi flash e già dal primo vediamo che c’è qualcosa di strano:



Diamine, siamo in un fumetto erotico, che bisogno c’è di disegnare alla perfezione il paesaggio della pampa con tanta profusione di dettagli (no, dico: i cardi, la casetta di legno con l’alberello, l’afa che trasuda dal terreno...) e con un’attenzione così maniacale addirittura per i segnali stradali? Certo, è anche vero che questa mezza tavola è solo l’introduzione all’azione vera e propria che seguirà poco dopo e serve a contestualizzare la storia, funzione indispensabile per queto tipo di prodotti, ma Horacio Altuna nelle sue storie ambientate dai medici non stava certo a illustrarne dettagliatamente gli ambulatori e gli studi.
Ma Zanotto farà addirittura “peggio” dopo poche pagine:



La sua abilità nel guidare l’occhio del lettore è magistrale, così come lo è anche lo sua regia, la capacità di creare inquadrature sempre nuove armoniosamente legate tra di loro, ma a me francamente lo sguardo cade anche sulla segreteria telefonica (resa con pochi tratti eppure con un realismo incredibile), sul mobilio e sulla bacheca che contiene dei messaggi del tutto ininfluenti sullo svolgimento dei fatti ma che hanno una dannata capacità di attirare l’attenzione visto il dettaglio con cui sono rappresentati.
Insomma, l’azione è godibilissima, ma questi elementi centrifughi finiscono un po’ per prendere il sopravvento smorzando la carica erotica della sequenza.
Poco dopo troviamo anche un esempio di come Zanotto fosse informatissimo su come sono fatti gli spogliatoi dei negozi di biancheria intima:



Laddove altri si sarebbero (legittimamente) limitati a mettere due segni in croce per rappresentare la porta e l’interno, Zanotto si perde a disegnare i singoli anellini che tengono su le tende, le grucce su cui si appoggiano gli abiti e persino gli specchi, realizzati con un effetto stupendo! E in secondo piano si intravede pure un ambiente dettagliatissimo, con le vetrine trasparenti e i prodotti che vi fanno capolino.
In questa vignetta panoramica notiamo anche un’altra caratteristica di Zanotto: la sua capacità praticamente ineguagliata di rendere ogni donna differente pur senza arrivare alla caricatura e soprattutto rendendole tutte belle e intriganti ma diverse e riconoscibilissime. E anche questo alla fine diventa un limite per la fruizione di queste storie visto che le sue donne, per quanto sexy siano (e lo sono moltissimo) non sono mai le figure stereotipate a cui ricorrono tutti gli altri disegnatori, gusci in cui il lettore può proiettare le sue fantasie.
Purtroppo questo discorso vale anche per gli uomini: “purtroppo” perchè i suoi protagonisti sono splendidamente caratterizzati, ma non scadono mai nel grottesco o nell’esagerazione che invece ben si adattano a questo tipo di storie. E infatti Altuna creerà giustamente un bel campionario di divertenti “mostri” (sia maschi che femmine) quando l’ambientazione e la situazione delle sue storie lo richiederanno. I personaggi di Zanotto, invece, non fanno ridere, sono troppo reali perchè la fantasia del lettore li emancipi dallo stereotipo che vogliono rappresentare. Uno dei tanti esempi lo troviamo in un’altra storia ancora:



Ma a parte quanto scritto sopra, che bisogno c’era di disegnare il costume e le scarpe nei pressi della sedia? E tutte le pieghe del lenzuolo? E i libri sullo scaffale? E la finestra, che pur con quattro segni sembra uscita da un catalogo? Per non parlare poi delle scalfitture nel pavimento (!) e delle macchie sulle pareti (!), che al lettore abituale di Zanotto faranno venire in mente le sue proverbiali storie ambientate in un futuro degradato.
Ma non è tutto. Vediamo anche come recitano i personaggi:



Questa vignetta ha una carica drammatica terrificante. La gestualità del protagonista, proprio perchè non enfatizzata, è perfetta. La luce è resa con un’abilità impressionante, “pesa” sul soggetto quasi a schiacciarlo, e assieme all’attento recadrage rende questa scena veramente tragica. Tanto più che neanche qui mancano intonaci scrostati, sporcizia sui muri, crepe nel cemento...
E pensate che questa ultima vignetta costituisce l’anticlimax alla situazione appena narrata, che ovviamente vorrebbe essere scherzosa e divertente. Ma nemmeno reinserendola nel suo contesto originale e accostandola quindi alla gag finale mi sembra che perda la sua carica:



Secondo me è ridicolo accusare un disegnatore di fumetti di essere “calligrafico”. È una di quelle frasi fatte come le famigerate “sequenze cinematografiche” che caratterizzerebbero alcuni fumetti o le “atmosfere” che saprebbero creare certi disegnatori: fumo negli occhi per blandire gli ingenui o formule da usare in alcuni salotti selezionati. Ma dire che un disegnatore è calligrafico è veramente il colmo: lo si accusa di non disegnare bene perchè disegna troppo bene!
Ciò detto, è innegabile che la stessa stupefacente maestria e soprattutto la meticolosità di Zanotto ne hanno impedito la piena espressione in un campo in cui sembrava essere veramente perfetto, quello dell’erotismo.
Come se servissero altri motivi per rimpiangerlo.

2 commenti:

  1. Bel pezzo, di cui potrei sottoscrivere parola per parola, sia sullo Juan Zanotto idolo personale di cui andare alla ricerca di tutte le opere, sia sull’attesa tramutatasi poi in delusione riguardo i suoi fumetti erotici. Ti segnalo (ma probabilmente già lo sai…) che oltre alle quattro storie pubblicate sul n. 5 da te qui prese in esame Lanciocomix ha pubblicato un’altra sua breve storia erotica anche sul n. 13 della stessa collana. Questa peraltro mi è sembrata anche più riuscita...

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    1. verissimo: io infatti sono partito per l'elaborazione di questo post dal ricordo di una scena di una donna sola e disperata in una stanza che chiudeva una storia, e non trovandola nel 5 pensavo di essermela inventata. Invece c'è nel 13, l'ho ripescata adesso che sto elaborando un pezzo su Lanciocomix per Fucine Mute.

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