mercoledì 28 settembre 2011

Love - La Tigre


Stamattina il titolare di una delle fumetterie da cui mi servo ha parecchio "spinto" per questo volume. Data la quantità di copie impilate non so se effettivamente ne era entusiasta o se aveva un ordine esagerato da smaltire, ma visti i disegni e considerato lo sconto che mi proponeva alla fine ho ceduto.
Non c'è che dire, veramente un bel volume. Brrémaud l'ho già sentito nominare da qualche parte, ma Federico Bertolucci per me è una new entry. La forza della storia, essendo muta, sta ovviamente nei suoi disegni: un tratto marcato e deciso con derive vagamente cartoonesche che rendono splendidamente le emozioni degli animali. Già, sembra assurdo ma i "volti" degli animali si riescono a "leggere" in maniera magnifica. Il tutto però sempre basandosi su una conoscenza buona dell'anatomia animale (pur con quelle che credo essere concessioni al grottesco, più che giustificate visto il contesto, come le "braccia" enormi che caratterizzano la Tigre del titolo). Il tutto colorato in maniera realistica ma al contempo espressiva, senza che le intrusioni del computer si facciano sentire troppo, almeno fino a pagina 70.
Ora, fare una storia realistica con protagonisti animali può spesso spingere l'autore a fare dell'ecologismo di maniera o peggio a patemizzare il tutto e a conquistarsi l'assenso incondizionato del lettore passando per il suo stomaco e mostrando le violenze subite dalle innocenti creature. Neanche Vaughan è riuscito a sfuggire del tutto a questo meccanismo con L'Orgoglio di Baghdad. Van Hamme dice giustamente che se si vuole far commuovere il lettore non bisogna uccidere il protagonista di un fumetto, ma ammazzargli il cane.
Ecco, Love - La Tigre è giocato tutto su un altro registro e racconta le (dis)avventure che capitano a un felino decisamente fantozziano mentre cerca di catturare la sua preda, un tapiro (o quello che a me sembra essere un tapiro...) fin troppo paraculo. Non mancano comunque sequenze anche molto drammatiche e in almeno un paio di occasioni viene un po' di ansia per le sorti della Tigre, ma l'espressione dell'uccellino a pagina 56 è davvero impagabile.
Trovo che il finale sia molto ben congegnato e liberatorio e gli autori hanno giocato oltretutto molto bene sulla suspense e non si può prevedere cosa succederà fino all'ultima tavola, cioè la settantaduesima - la foliazione è piuttosto generosa. Ma se tanto mi dà tanto sono io che non ho capito del tutto la storia visto che non capisco nemmeno cosa ci stia a fare la citazione di Dante alla fine e nemmeno il titolo del volume mi è molto chiaro. Ok, "La Tigre" è ovvio, ma "Love"? Forse si tratta del titolo della collana o della serie di cui questa è la prima uscita.
A impreziosire il volume, un'appendice di 4 pagine con schizzi di animali alcuni dei quali a colori.

domenica 25 settembre 2011

Memoria fotografica

Narra la leggenda che nel corso di un festival di fumetti Hugo Pratt fosse stato avvicinato da un fan che gli fece notare, prove alla mano, la somiglianza pressoché perfetta che alcune vignette del suo Ann y Dan avevano con altre di Lyman Young (o era Milton Caniff? No, il fumetto era ambientato in Africa, sarà stato Young). Un rinoceronte, lo scudo di un guerriero africano... parevano proprio gli stessi.
Pratt non si scompose e disse che questo fenomeno assolutamente casuale era dovuto alla sua memoria fotografica, che gli permise di riprodurre i disegni dei suoi perduti fumetti d’infanzia anche a distanza di molti anni.
Io purtroppo non ho una memoria fotografica, per cui non ricordo da quali episodi di Mandy Riley di Ernesto Garcia Seijas possa aver tratto ispirazione Marco Bianchini per questi disegni del suo (e di Sclavi) Kerry il Trapper:



Ce n’è anche per Juan Zanotto:



Invece nel caso di Paolo Ongaro (altro fortunato possessore di una memoria fotografica) sono riuscito a risalire ad alcune fonti del suo Vir l’Immortale, o almeno ad alcune di quelle zanottiane:
 











 
















Ok, l'ultimo non l'ho trovato ma è Zanotto, dai.

venerdì 23 settembre 2011

Veron

Qui di seguito l'episodio di New York Hospital presentato su Bliz numero 10 anno V (8-3-1981), disegnato da Veron su testi di Martinelli:
...e qui sotto una selezione delle vignette di Ernesto Garcia Seijas a cui si è "ispirato":



























A voi il piacere di trovare gli altri "debiti" sfogliando i primi episodi di Helena (che all'epoca della pubblicazione di questo fumetto non erano ancora arrivati in Italia!).

mercoledì 21 settembre 2011

Il professor Mortimer felicemente sposato?!

No, semplicemente Edgar Pierre Jacobs si è confuso e ha fatto saltare la fede dell’anulare di un personaggio all’altro (e nella prima vignetta proprio non c’è).
(da L'Affaire du Collier, 1965)

domenica 18 settembre 2011

Inaspettato

Prima di Expocartoon l’Eura aveva fama di casa editrice che snobbava le fiere e i festival del fumetto, anche sulle pagine della posta di Lanciostory e Skorpio ne parlavano. Ma a Lucca 13, nel 1978, c’era andata! D’altronde quello era l’anno dello Yellow Kid a Trillo e i disegnatori argentini erano già delle star. Chissà se anche a Lucca 14 (1980), quando era stata dedicata una mostra proprio all’Argentina, l’Eura c’era o no.

venerdì 16 settembre 2011

Un'iniziativa intrigante...

...quella della Funfactory di pubblicare una collana con i fumetti indipendenti americani recenti.
Stamattina ero molto tentato da Kabuki di David Mack, ma 6,90€ non sono pochi per un volumetto che, se ho ben guardato (mentre l'edicolante a sua volta scrutava con attenzione me) avrà 48 pagine o al massimo 64.
Vedremo.

mercoledì 14 settembre 2011

le serie di Wood in Italia - GLI AVVENTURIERI

Gli Avventurieri (Skorpio 35/04)

José Maria Miguel Lujan y Puerro è un messicano truffaldino che vive ai margini della legge. Il principe Alexander Pawloski è un aristocratico polacco che viene espulso dal suo paese dopo aver guidato un infruttuoso tentativo di insurrezione contro la Russia. Mike Nolan è un meccanico inglese con un passato nell’esercito, gigantesco, forzuto e donnaiolo.
In fuga dai rispettivi guai si incontrano fortuitamente a Parigi dove una serie di circostanze li porta a solidarizzare e a trovarsi a vivere varie avventure insieme. La serie inizia nel 1910 e da Parigi i protagonisti viaggeranno molto in giro per il mondo, toccando anche l’estremo oriente dove otterranno fama come avventurieri e mercenari. Ma allo scoppio della Prima Guerra Mondiale torneranno in Europa svolgendo vari incarichi per l’intelligence britannica e le loro avventure subiranno infine una brusca interruzione, probabilmente perchè passate nel frattempo nelle mani dei vice-Wood.

Gli Avventurieri è una serie dedicata sin dal titolo all’avventura nella sua accezione più ampia, con molta azione, eroismo, ironia, esotismo e vari contesti storici ricostruiti con sufficiente piglio documentaristico. Wood si conferma ottimo scrittore di personaggi e i dialoghi sono eccezionali.
Lo studio di Enrique Villagrán/Gomez Sierra fa come al solito un buon lavoro pur tra l’alternarsi dei vari stili, anche se gli sfondi sono sempre piuttosto scarni e alcune immagini tendono occasionalmente a ripetersi, soprattutto nelle splash pages iniziali. Ottimo comunque il lavoro sui volti e sulle espressioni dei personaggi.
Gli Avventurieri soffre di un difetto comune a molte altre opere di Wood, e più in generale della Columba: benché abbia una sua coerenza interna, con personaggi che ritornano occasionalmente e situazioni che hanno ripercussioni in episodi successivi, è slegata da una continuity stretta e i personaggi possono tranquillamente trovarsi in un posto diverso da episodio a episodio, così come le avventure narrate possono variare come tono e atmosfera da una all’altra.

Questa particolarità della serie è però un pregio per il lettore occasionale e lo fu anche per l’Eura che potè trasferire senza traumi Gli Avventurieri da Skorpio a Lanciostory dal numero 4 del 2005 quando la prima rivista accusava problemi con la scaletta. Una volta su Lanciostory la serie durerà circa un anno, fino al numero 5 del 2006, arrivando a contemplare quindi un buon numero di episodi che non costituisce però nemmeno la metà di quelli pubblicati in Argentina, ovvero 158.
La serie è uno dei rari casi (in fondo inevitabili con la mole di materiale accumulato in quarant’anni di uscite settimanali) di omonimia tra una serie e l’altra: esisteva infatti già una miniserie intitolata Gli Avventurieri (di Albiac e Garcia Seijas) pubblicata a partire da Lanciostory 10/79. Inoltre Skorpio ha anche pubblicato una serie intitolata L’Avventuriero, al singolare (di Grassi e Martinez).

lunedì 12 settembre 2011

Fumettisti d'invenzione! - 24


Mi permetto di integrare il divertente e interessantissimo volume di Alfredo Castelli con altri “fumettisti d’invenzione” e simili.
In grassetto le categorie in cui ho inserito la singola segnalazione e la pagina di riferimento del testo originale.

CINEMA  (pag. 81)

ETERNAL SUNSHINE OF THE SPOTLESS MIND (SE MI LASCI TI CANCELLO)
(USA 2004, fantascienza, romantico)
Regia: Michael Gondry; sceneggiatura: Charlie Kaufman; con Jim Carrey (Joel Barish), Kate Winslet (Clementine Kruczynski), Kirsten Dunst (Mary Svevo), Elijah Wood (Patrick), Tom Wilkinson (Dottor Mierzwiak)

Al termine della loro burrascosa storia d’amore Clementine e Joel si rivolgono a breve distanza l’uno dall’altra alla Lacuna Inc., una ditta che offre un sistema innovativo per cancellare pezzi di memoria. Ma il processo di cancellazione si trasforma in una corsa contro il tempo quando Joel si accorge di non volere scordare i bei momenti passati con Clementine.
Dopo il caso di Domicile Conjugal di François Truffaut, noto in Italia con il terrificante titolo Non drammatizziamo... è solo questione di corna, i distributori italiani hanno fatto il bis inventandosi un titolo stupido che lasciasse presagire un film comico (capirai, c’è Jim Carrey...) in sostituzione della citazione di Alexander Pope che dà il titolo alla pellicola originale.

Pseudofumettisti: tra i ricordi di Clementine che Joel butta via come parte del processo si vedono chiaramente delle tavole a fumetti realizzate da lui stesso, artista dilettante.


CARTOONIST COME COPROTAGONISTA OCCASIONALE – FUMETTI SERIALI (pag. 28)

BORDERLINE (idem)
(Argentina 1994, © ?, fantascienza)
Carlos Trillo (T), Eduardo Risso (D)

Dopo una catastrofe nucleare la terra è divisa in due fazioni: quella del Consiglio e quella della Giunta. Tra di loro, una umanità dolente formata da mutanti, infralumpen e agenti dei rispettivi schieramenti. Il fumetto più crudo realizzato da Trillo e Risso, e senz’altro tra i migliori della coppia.
Pseudofumetti: Trash-man, supereroe nato dai rifiuti tossici con le idee molto chiare su cosa sia la giustizia e quali i metodi con cui applicarla. La casa editrice che lo pubblica è di proprietà del governo e gli autori sono dei giovani spesso inesperti che arrivano invariabilmente a detestare il tipo di storie che sono costretti a scrivere e disegnare: per questo vengono monitorati ed eliminati quando diventano troppo sovversivi. Dopotutto, fuori dal palazzo della casa editrice c’è sempre qualche altro giovanotto di belle speranze che sogna di lavorare su Trash-man.
Tocco di classe, le fluttuazioni della qualità del lavoro e delle stesse fisionomie dei personaggi causate dall’avvicendamento forzato degli autori vengono giustificate con l’esistenza di vari Trash-man in mondi paralleli.

CARTOONIST COME PROTAGONISTA – SERIE (pag. 19)

VITA COL GATTO
(Italia 1970, in Whisky & Gogò, © Cenisio, fantastico)
Giorgio Rebuffi

Il gatto del titolo è in realtà un “Ottag”, un micio ipertecnologico che proviene da una Terra, anzi Arret, alternativa. Vive presso una famiglia italiana che spesso difende da minacce fantascientifiche.
Pseudofumettisti: Giorgetto Squadratura, fumettista in perenne ritardo con le consegne e preso poco sul serio dalla famiglia. È una chiara caricatura dello stesso Rebuffi: vediamo ad esempio Squadratura mentre disegna le tavole di Cucciolo e Beppe.

Fuori tema: fumettisti non d’invenzione: citazioni, caricature, camei; fumetti biografici; metafumetti e autoreferenzialità; parodie
METAFUMETTI E AUTOREFERENZIALITA’ (pag. 64)

ULTIMATE AVENGERS (idem)
(USA 2009, in Ultimate Comics: Avengers, © Marvel, supereroi)
Mark Millar (T), disegnatori vari (Carlos Pacheco, Francis Leinil Yu, Steve Dillon e vari inchiostratori diversi su quattro cicli di sei numeri l’uno)

L’Universo Ultimate è una versione alternativa del Marvel Universe in cui i supereroi si sono manifestati massicciamente solo in tempi recenti. Il fascino della novità, i nomi degli autori coinvolti e la continuity molto più snella hanno decretato il successo di questa linea editoriale.
Dopo l’apocalittico evento Ultimatum lo Ultimate Nick Fury ritorna dalla dimensione in cui era stato bandito e costituisce una task force di supereroi per occuparsi dei “lavori sporchi” che la formazione ufficiale degli Ultimates (i Vendicatori di questo universo) non può risolvere per questione di immagine.

Blade versus the Avengers 2 of 6 in Ultimate Avengers 3 2 (2010). Mark Millar (T), Steve Dillon e Andy Lanning (D)
Nerd Hulk, clone di Hulk, fugge dal complesso in cui è tenuto ad alloggiare per andare a una sessione di dediche del suo scrittore di fumetti preferito. Molto immodestamente, questi è lo stesso Mark Millar come si evince dai fumetti che gli vengono rinvenuti nello zaino.