martedì 30 agosto 2011

La Lega degli Straordinari Primi Personaggi di Lanciostory

Se si trovasse un valido espediente per riunirli nello stesso contesto temporale e spaziale potrebbe venirne fuori un capolavoro.

Forse.


domenica 28 agosto 2011

intervista a Horacio Lalia

Horacio Nestor Lalia è nato nel 1941 ed è attivo nel campo dei fumetti dalla seconda metà degli anni ’60.
In Italia lo abbiamo conosciuto sin dai primi anni di Lanciostory e Skorpio anche se la pubblicazione delle sue opere è stata più rarefatta rispetto a quella di altri colleghi, e basata principalmente su storie autoconclusive, i cosiddetti “liberi”. Nel 1978 Lanciostory presenta la sua prima serie lunga, I Misteri di Londra, su testi di Carlos Albiac, ma sarà con la pubblicazione di Nekradamus su Skorpio lo stesso anno che Lalia si affermerà definitivamente anche in Italia.
Autore raffinato e sperimentale, da anni si scrive da solo i testi dedicandosi all’adattamento di molti racconti di Lovecraft e Poe (tra gli altri) e ha realizzato fumetti di cui è autore completo, come Calderon e i sogni.
Il suo sito internet ufficiale è http://www.laproductora.ahiros.com.ar/lalia/.

E’ da un po’ di tempo che non vediamo Suoi lavori su Lanciostory e Skorpio, attualmente si sta dedicando ad altro (pittura, insegnamento...) oppure ha realizzato dei fumetti che non hanno raggiunto il suolo italiano?

Sigo con mi trabajo de historietas y la docencia, lo que sucede que mi trabajo, no esta llegando a Italia.

Come è avvenuta la Sua formazione? Anche Lei ha seguito i corsi della Escuela Panamericana de Arte come moltissimi altri colleghi oppure ha fatto da assistente per qualche disegnatore già affermato?

Eugenio Zoppi
Si, yo también me forme en la escuela Panamericana de Arte, realice tres años en ella y dos años en
Alberto Breccia
I.D.A (Instituto de directores de Arte). También trabaje como asistente de Eugenio Zoppi y de Alberto Breccia, de los cuales estuve tres años con los dos y otros tres años con Breccia  (que fue mi profesor en las dos escuelas).

Una curiosità: è vero che Lei servì da modello per il personaggio di Mort Cinder oppure è solo una leggenda?

Si, cuando trabajaba con Breccia en la última etapa se realizó “Mort Cinder”, y él tomó como modelo de Mort mi rostro, al que torturó, puesto que yo tenía en ese momento 20 años y colaboraba como modelo y ayudante.

Qual è stato il Suo primo lavoro da professionista?

Fue en Hora Cero, en 1964, estando el señor Héctor Oesterheld como director de arte.

I Suoi primi lavori per la Record dovrebbero essere due “unitarios”, El Juego e La Noche del Lobo[1]: è vero che furono scritti da Robin Wood?

Si, es correcto, al ingresar a la editorial Record, mis dos primeros trabajos fueron, “El juego” y “La
noche del lobo”, cuyo autor era Robin Wood.

Sin dai Suoi primi lavori su Lanciostory[2] si notava una predilezione per la tecnica mista: tratti fatti col pennino, campeggiature col pennello, applicazione di retini, china data con la pressione dei polpastrelli e altri “effetti speciali” con spugnette, lamette, ecc.
Credo insomma che a Lei piaccia sperimentare, come dimostrano anche certi lavori più recenti in cui si nota l’uso di fotografie e della fotocopiatrice.
Da questo punto di vista il Suo lavoro mi ricorda molto quello di Dino Battaglia, che a sua volta ha adattato a fumetti racconti di Lovecraft, Poe, Hoffmann. Lei conosce il lavoro di Dino Battaglia? Quello sperimentale degli adattamenti letterari, intendo, non quello di Junglemen che sicuramente ogni lettore argentino avrà conosciuto.

Siempre me gustó y me gusta, seguir experimentando, porque creo que la historieta es un arte además de comunicación, si bien admiro a Dino Battaglia no conocí sus trabajos sobre Lovecraft y Poe lamentablemente.

Secondo me c’è un’altra cosa che La accomuna a Maestri italiani come Sergio Toppi e Dino Battaglia, ovvero avere legato il proprio nome a un solo personaggio fisso. Nel caso di Toppi e Battaglia rispettivamente Il Collezionista e L’Ispettore Coke, nel Suo caso Nekrodamus (conosciuto in Italia come Nekradamus con la “a” al posto della “o”). Non sono mancate certo altre storie lunghe, ma l’unico Suo personaggio “forte”, per un motivo o per l’altro, è Nekrodamus[3]: come è nata questa serie: fu un’idea Sua, dell’editore o di Oesterheld, che ne sceneggiò i primi episodi?

Mi admiración por ese gran maestro Sergio Toppi, se suma a la de Battaglia y le agradezco, que en su opinión, tenga con esos dos maestros algo en común como el personaje de Nekrodamus.
En realidad la idea surge del editor de Record, ya que yo tenía que realizar mi primer personaje para la editorial y el encargo recayó para mi suerte, en Oesterheld, al que yo conocía por haber realizado juntos otros trabajos. Lamentablemente fueron solo 17 capítulos (los primeros) ya que después, lo siguieron otros importantes guionistas, como Trillo, Saccomanno y De Losantos y en la etapa intermedia, Ray Collins 1981-82.

Come ha detto, dopo la scomparsa di Oesterheld ci fu un interregno nella gestione della serie in cui alcuni sceneggiatori diversi si cimentarono nella scrittura di Nekrodamus prima dell’intervento decisivo di Ray Collins. Tra di essi figurerebbe appunto anche un certo De Losantos, a me completamente sconosciuto: chi era? Forse un autore famoso che in quell’occasione scrisse sotto pseudonimo?

De Losantos fue un muy buen guionista, que siguió por un tiempo colaborando con Record, él es escritor y lo presentó en su momento Carlos Albiac para continuar la serie, ya no tengo más noticias de él lamentablemente.

Nekrodamus ebbe anche un seguito agli inizi degli anni ’90, secondo me molto buono, scritto da Walter Slavich; ha mai pensato di riprenderlo anche successivamente? Con le mode emo e dark, la diffusione dei giochi di ruolo[4] e il fenomeno Twilight potrebbe avere un riscontro a livello globale.

La última etapa, con un joven guionista como Walter Slavich que realizó un gran trabajo y la etapa que a mi me permitió encontrarme nuevamente con mi gran personaje, si, creo que fue muy buena y la más larga 1989-1994. En cuanto a seguir con el personaje, está en nuestros planes con Ray Collins, depende ahora que está nuevamente el contacto con la nueva “Aurea” si a ellos les interesa el tema.

Quindi ci sono possibilità di rivedere Nekradamus! Spero che il progetto vada in porto.

Una cosa piuttosto singolare della Sua carriera è che non ci sono tracce di Suoi lavori per Columba, che prima dell’arrivo di Skorpio (e anche dopo, in effetti) monopolizzava le historietas in Argentina. Anche disegnatori che avrebbero contestato la politica di Columba, come Altuna e Breccia, hanno lavorato comunque per essa. Forse ha realizzato qualcosa di minore oppure non pubblicabile in Italia (adattamenti di film, ad esempio) o a Columba non piaceva il Suo stile perchè era troppo personale e loro notoriamente volevano che si imitassero dei modelli prestabiliti?
Desde 1965 al 68 trabaje en Columba, siguiendo los primeros pasos de mi profesión y luego retorné con Slavich en 1993 con “Carlton” de los cuales se hicieron 10 episodios y otros 10 para Eura, a través de Record, también en esa época, se publicó “La prisión” con Barreiro e “Inspector Bull” con Albiac, mas varias unitarias.

Ha mai realizzato delle opere a colori?

En realidad, trabajé justamente en esa época de “Columba” 93-94, algunos episodios en color de “Carlton” e “Inspector Bull”, pero no suelo trabajar en color normalmente.

Lei è noto principalmente per essere un autore gotico che ha realizzato storie horror o thriller però se andiamo a vedere la Sua bibliografia notiamo che in realtà ha disegnato moltissimi fumetti di genere diverso: ad esempio avventure in costume (Il Cavaliere senza Nome di Ongaro, Rio Bray di Collins) e storie di fantascienza e fantasy (Il Viandante del Destino di King, La Prigione di Barreiro e Mahelbatan di Ferrari) oltre a fumetti tratti da opere letterarie per cui si può parlare di una maggiore autorialità che trascende i generi.
Inoltre in alcune serie, soprattutto in Rio Bray e Cayo Bay, ci sono addirittura elementi umoristici, non inseriti per sdrammatizzare le vicende ma perchè il tono delle serie era proprio quello.
Le pesa essere identificato principalmente come autore horror, un po’ come Altuna lamentava di essere associato sempre al genere erotico? Oppure secondo Lei è un bene avere un genere di riferimento per potersi ritagliare uno spazio preciso nel settore e avere maggiore visibilità? Victor De La Fuente, ad esempio, amava l’heroic fantasy ma gli facevano disegnare sempre western perchè gli editori pensavano che fosse bravo a fare quello.

Si, realmente e hecho distintos géneros, pero el ser identificado como un autor de horror no me molesta, ya que el público de historieta me reconoció a través de esos personajes y a mi me gusta mucho el género, ya que hice muchas adaptaciones de horror.

Sempre a proposito di generi: ha mai realizzato un western? Francamente non ricordo di averne visti disegnati da Lei.

El género de western también lo transité en forma mas esporádica y en unitarios, pero tengo un álbum que salió en el mercado de USA llamado “Death Valley” con un guionista llamado Scott Brown en el 2005 y con el mismo autor “They-Do-Not Die”, una historia de horror mas Red-Ice que se puede editar en poco tiempo.

Nonostante Lei abbia lavorato praticamente con tutti gli sceneggiatori argentini non credo che il Suo lavoro venga associato automaticamente a nessuno di essi (come invece avviene per le proverbiali coppie Wood-Villagran, Trillo-Altuna, Mazzitelli-Alcatena, Sampayo-Muñoz, ecc.), anche se forse c’è una maggiore identificazione con Albiac e con Ferrari e più recentemente con Schimpp. C’è qualche sceneggiatore con cui si è trovato particolarmente in sintonia?

En general con todos esos muy buenos guionistas me une además de la profesión, una amistad y me siento cómodo trabajando con ellos, pero en especial, con Ray Collins, por tener una amistad de muchos años y una admiración mutua.

Il passaggio da solo disegnatore ad autore completo è stato naturale o ci sono state delle difficoltà che ha dovuto superare inizialmente?

Ha sido espontáneo y natural, pero como todo, ha tenido sus dificultades, pero me siento muy cómodo y además sigo con colegas guionistas, realizando mis propios proyectos.

Secondo Lei nel trasporre dei racconti in fumetti è più importante la fedeltà al testo o l’interpretazione del testo, in modo che dal suo adattamento nasca qualcosa di nuovo, una sua lettura che aggiunga qualcosa al testo stesso?

En mi opinión, es tan importante la interpretación como la fidelidad al texto, por eso, en mis adaptaciones siempre trato de rescatar lo medular e importante del pensamiento del autor y ponerle una cuota de versión algo libre, que permita la creatividad y la recreación literaria y gráfica.

Una serie che sembra molto interessante è Belzarek, che Lei ha disegnato su testi di Gustavo Schimpp e che è uscita una decina d’anni fa in Francia per Albin Michel: di cosa tratta?

Belzarek es un demonio que se posesiona del cuerpo de un monje, pero lo medular de la historia es una guerra desatada entre el infierno y la tierra, eso a grandes rasgos, es interesante que la pueda leer, faltó el último álbum, que yo terminé y no se publicó en Francia, estamos trabajando para que se publique en Argentina, el año próximo, le están dando el color aquí nuevamente.

Forse Lei sa perchè di Belzarek non esiste una versione italiana su Lanciostory o Skorpio? Ci sono scene molto crude?

Cuando se realizó la historia, Skorpio ya había dejado de salir en Argentina y “Eura” en su momento, la estaba por publicar, pero como uno de los esbirros del demonio era un obispo, después de dar varias vueltas, decidieron no publicarlo. 

Qual è il Suo rapporto con internet e con il computer in generale? Lo usa anche nella realizzazione delle tavole?

No, solamente envío mis trabajos y uso el correo, por lo demás, me parece una herramienta calificada, pero soy un viejo artesano y ya no puedo cambiar.

Ho visto su internet alcune Sue tavole di un progetto per gli Stati Uniti che si chiama Red Ice, e a cui anche lei ha accennato prima. Sembra un fumetto con molta azione, può dirci di cosa parla e chi lo pubblicherà?

Es un comic que ya realicé en el 2010, se trata de una colonia terrestre en Marte en el futuro y un empresario de la Tierra, maneja el proyecto, pero como una conquista sobre los marcianos. El protagonista, que es un ingeniero norteamericano, se revela y escapa al desierto, donde encuentra una caravana nómade terrestre y luego de una lucha, logran derrotar al general al mando de la colonia, esto es en términos generales, es una buena historia, la están coloreando en USA y supongo saldrá para el próximo año, es de Scott O. Brown.

Attualmente a quali progetti sta lavorando?

En éste momento estoy trabajando con varios proyectos:1º Krantz, es un incubo que viene del futuro y queda atrapado en la época de la inquisición, tiene un encuentro con Nekrodamus, y le va enseñando y explicando cosas de su tiempo, el primer álbum de este personaje, sale en Septiembre y el segundo, a mitad del próximo año, el guionista es Jorge Morhain. Maura, un policial negro, que se desarrolla en Bs.As, 1945-50, pero viaja por América y Estados Unidos, guionista Ray Collins. Antiguas historias de vampiros, con guiones de Gustavo Schimpp, adaptaciones de la literatura del siglo 19. Adaptaciones de aventura y fantasía, guionista Ricardo Ferrari. “La guerra de los mundos”( publicada), “Robur”(publicada), “La isla del D´Moreau”, “La máquina del tiempo”, “De la tierra a la luna”. Quedan 4 ó 5 historias más a realizar, “El mundo perdido”, “El retrato de Dorian Gray”, “El fantasma de la Opera”, “El hombre invisible” y “Soy leyenda”.

Attualmente qual è (se ce n’è uno in particolare) il Suo principale mercato di riferimento: Argentina, Francia, Stati Uniti?

Argentina y Estados Unidos y posiblemente Francia. Con Italia, estoy esperando respuesta de “Aurea”.

Speriamo che ci siano notizie postitive. Grazie per la disponibilità.


[1] Il secondo è stato con ogni probabilità pubblicato su Skorpio 26 del 1977 col titolo La notte del lupo, del primo non sono riuscito a trovare corrispondenza certa tra i liberi di Lalia pubblicati nei primi anni dall’Eura.
[2] Libero Vento caldo a Londra su Lanciostory 25 del 1976.
[3] Lalia ha realizzato molte serie con protagonista fisso, di livello elevatissimo ma che per un motivo o per l’altro non possono candidarsi a essere successi popolari. Pensiamo ad esempio alle serie scritte da Carlos Albiac: L’Ispettore Bull e I Misteri di Londra/Lord Jim: personaggi e trame molto originali, che però si esauriscono in una dozzina di episodi ognuna. Lo stesso si può dire di Carlton, scritto da Walter Slavich, che oltre alla brevità (pur se la serie ebbe anche un seguito) non si concentra tanto sul personaggio titolare quanto su una trama precisa che deve andare necessariamente a concludersi (e Slavich confeziona per l’occasione probabilmente il suo finale migliore).
Il Cavaliere senza Nome (Ongaro) e Rio Bray (Collins) sfiorano entrambe i 30 episodi, però hanno un sapore decisamente retro omaggiando l’uno il romanzo d’appendice e l’altro le epopee piratesche.
Il Viandante del Destino (King) consta di ben 45 episodi ma era una serie assai ambiziosa e visionaria, troppo per imporsi al grande pubblico; inoltre per molti episodi ebbe una struttura da antologia di racconti, formato comprensibilmente non molto gradito ai lettori meno smaliziati.
Stesso gusto autoriale caratterizzò anche L’Eretico, scritto da Turnelli (cioè Collins) e durato 22 episodi.
E Cayo Bay (Collins) è una serie corale, non ha un unico protagonista fisso.
[4] Ben consapevole del fatto che non interesserà a nessuno, il mio primo personaggio di Dungeons & Dragons era un chierico chiamato Famas proprio come un personaggio che compariva in Nekradamus.

giovedì 25 agosto 2011

Fumettisti d'invenzione! - 22


Mi permetto di integrare il divertente e interessantissimo volume di Alfredo Castelli con altri “fumettisti d’invenzione” e simili.
In grassetto le categorie in cui ho inserito la singola segnalazione e la pagina di riferimento del testo originale.

CARTOONIST COME COPROTAGONISTA OCCASIONALE – FUMETTI SERIALI (pag. 28)

EL NEGRO BLANCO (BRUNO BIANCO)
(Argentina 1987, in El Clárin, © ?, commedia)
Carlos Trillo (T), Ernesto Garcia Seijas (D)

La striscia che ha sostituito Loco Chavez sul quotidiano El Clárin ma pare, nonostante la qualità eccellente, non nel cuore dei lettori argentini.
Bruno (Roberto nella versione originale) è un giornalista a cui vengono affidate inchieste sugli argomenti più svariati, ma la serie si concentra più che altro sulle sue vicissitudini amorose e successivamente, con l’arrivo di Flopi Bach (personaggio di culto in Argentina) anche su situazioni investigative o frivole talvolta molto fantasiose.
Pseudofumettisti: Miguel, amico di Bruno con cui divide l’appartamento, è un fumettista e si ispira ai suoi amici come base per i suoi personaggi. Anch’egli come il protagonista vive delle situazioni amorose piuttosto complicate. 

Il suo ruolo andrà progressivamente scemando con il procedere della serie e il poco che vediamo della sua produzione è costituito quasi esclusivamente da bozzetti. L’unica striscia finita che compare è, curiosamente, di genere western: quasi una premonizione del passaggio di Garcia Seijas a Tex.

Fuori tema: fumettisti non d’invenzione: citazioni, caricature, camei; fumetti biografici; metafumetti e autoreferenzialità; parodie
CITAZIONI, CARICATURE, CAMEI (pag. 61)

GUERRA CALDA
(Italia 1990, in Comic Art, © M. Rotundo, satira)
Massimo Rotundo

Primo e unico episodio della serie Tovarisc Nina, che quindi al pari dell’Uomo di Carta/Quattro Dita di Milo Manara adesso è conosciuto con entrambi i titoli. Rotundo realizza un curioso esperimento in cui infila svariate citazioni di canzoni, icone pop, persino partite di calcio. Non viene presa di mira solo la Perestrojka ma anche la televisione, la pubblicità, il consumismo.
Il punto di partenza di questo pastiche è il battaglione russo di sole donne (l’«armata rosa») capitanato da Galina Irina Catarina Smirnova detta Nina.
Pseudofumetti: il comic book Captain Macho e la rivista di fumetti russa Krokodil. Un fumetto presente in quest’ultima, P.O.W., viene attribuito a Vaughn Bodè, fumettista underground realmente esistito (vinse anche uno Yellow Kid). Non si tratta di una citazione diretta ma di un omaggio: Bodè difatti era celebre per disegnare ramarri, non coccodrilli.

Fuori tema: fumettisti non d’invenzione: citazioni, caricature, camei; fumetti biografici; metafumetti e autoreferenzialità; parodie
METAFUMETTI E AUTOREFERENZIALITA’ (pag. 64)

LES AVENTURES DE MICHEL ET LE PROFESSEUR – HEROS D’INTERIEUR.
(Francia 1997, in Bodoï, © Poupon, striscia umoristica)
Nicolas Poupon

Striscia umoristica a colori con frequenti derive metafumettistiche. Più cervellotica di Sam’s Strip ma meno divertente, ha comunque un suo fascino. Poupon avrebbe poi cambiato rotta con la serie di vignette più “digeribili” Au fond du bocal.

Fuori tema: fumettisti non d’invenzione: citazioni, caricature, camei; fumetti biografici; metafumetti e autoreferenzialità; parodie
CITAZIONI, CARICATURE, CAMEI (pag. 61)

THE X-MEN (GLI INCREDIBILI X-MEN)
(Stati Uniti 1963, © Marvel, supereroi)
Stan Lee [Stanley Martin Lieber] (T), Jack Kirby [Jacob Kurtzberg] e Paul J. Reinman (D)

Il professor Charles Xavier alleva dei “giovani dotati” con superpoteri: i mutanti figli dell’era dall’atomo. Da una serie inizialmente di scarsa rilevanza commerciale è nato il brand Marvel di maggior successo.

Merry Christmas, X-Men... in X-Men 98 (1976). Chris Claremont (T), Dave Cockrum e Sam Grainger (D)
La storia appartenente alla seconda fase della vita editoriale degli X-Men, dopo il rilancio effettuato in un albo speciale nel 1975 da Len Wein e Dave Cockrum. In libera uscita a New York i pupilli di Xavier vengono incrociati dai loro creatori Stan Lee e Jack Kirby che rimangono scandalizzati dai modi irruenti dei “giovinastri” rispetto ai tempi in cui li gestivano loro. 

Tempi che, a onor del vero, durarono assai poco visto che Stan Lee si dedicò agli X-Men solo fino al numero 19 e Jack Kirby ne curò le matite fino al numero 11 passando la mano nientemeno che ad Alex Toth (per un solo numero, poi subentrò Jay Gavin) e dedicandosi dal 12 in poi solo a layout e schizzi.
Non sono mancati ovviamente altri ammiccamenti o camei nella saga degli X-Men, ma volendo essere un omaggio questo è il caso più evidente e manifesto, con tanto di nomi dei fumettisti omaggiati riportati chiaramente.

mercoledì 17 agosto 2011

le serie di Wood in Italia - (da Fucine Mute 55) JACKAROE


Nei bei tempi andati in cui ancora si pensava che Robin Wood scrivesse tutti i suoi fumetti (ma qualche indiscrezione già trapelava grazie a nippurweb.com.ar) avevo scritto un lungo pezzo su Wood che si concludeva con l’elenco delle sue serie arrivate in Italia. «E speriamo di non aver scritto troppe idiozie» dicevo per introdurlo su Fucine Mute 51. Ecco, appunto, colgo l’occasione del blog per aggiornare e correggere alcune cose...
E ovviamente per ampliare la lista con le nuove serie di Wood comparse sui settimanali dopo il 2002.

Jackaroe (Lanciostory 14/02)

L’ultimo arrivato di Wood in casa Eura [L’«ultimo arrivato» dieci anni fa, ovviamente] è in realtà uno dei suoi primissimi personaggi: l’”indiano bianco” Jackaroe. Ma che si tratta di un trovatello allevato dagli apaches (regolarmente sterminati: vi ricorda nulla?) lo scopriremo solo in seguito, visto che la serie inizialmente si basa su episodi autoconclusivi molto slegati l’uno dall’altro. Nonostante il piglio un po’ cupo che ai tempi della sua creazione doveva rendere Jackaroe un personaggio interessante, nel 2003 questa serie risulta piuttosto “neutra” o spensierata. E alcune trovate geniali di Wood, che in Italia abbiamo già visto negli anni passati su altre sue serie, appaiono oggi decisamente meno geniali. Jackaroe è comunque una lettura gradevole e bisogna riconoscere all’Eura un grande coraggio ed una grande coerenza nel voler riempire i “buchi” nella cronologia di Wood [la serie venne anche pubblicata con una certa completezza visto che dei 176 (!) episodi originali ne mancano solo una trentina. Certo, non è completa ma considerando le licenze che l’Eura si prese in altri casi...]. Dopo i primi episodi un po’ insipidi, Dal Fiume si avvale di uno stile abbastanza strano, che coniuga stilemi popolari ad ispirazioni più ricercate senza dubbio debitrici di Alberto Breccia [i primi due episodi di Jackaroe, inediti in Italia, vennero però disegnati da Gustavo Trigo e pare che in almeno un caso intervenne Horacio Altuna]. Forse il lettore occasionale non si entusiasmerà davanti a Jackaroe, ma chi ama Wood deve essere grato a Lanciostory per quest’occasione di “archeologia” fumettistica (cui speriamo faccia seguito il recupero di altre serie argentine degli anni passati [questo si avverò solo in parte con la pubblicazione de Gli Avventurieri e Chindits]).
[Jackaroe è un personaggio di un certo culto in Argentina e a differenza di molte altre sue serie Wood ne scrisse la quasi totalità degli episodi (solo per una dozzina si avvalse dell’assistenza di Dick Ferraro/Ricardo Ferrari). Al pari di Dennis Martin anche l’apache biondo ebbe l’onore di un lungo revival scritto da Ray Collins, cui poi subentrò Ferrari. Ai disegni di questo “Jackaroe 2.0” ci fu inoltre il passaggio dal classico Dal Fiume al più moderno Marcelo Basile, validissimo assistente di Zaffino]
Juan Dal Fiume (già visto su Sir John, ma lì era indicato come Dalfiume) è un argentino d’adozione visto che è nato a Bologna.

domenica 14 agosto 2011

Addio a Francisco Solano Lopez

È quasi incredibile ma ne hanno scritto su Il Piccolo, il quotidiano locale.
Ancora più incredibile considerando gli standard del giornale, errori e imprecisioni sono limitatissimi.